Quanto soffrono i pesci prima di essere macellati? La scienza dà finalmente una risposta certa.
Ogni anno, in tutto il mondo, vengono uccisi 2.2 trilioni di pesci selvatici e 171 miliardi allevati. Ecco la verità su questa specie animale.
Di recente è stato fatto uno studio – pubblicato su Scientific Reports – che ha evidenziato le sofferenze inflitte ai pesci quando vengono macellati. In particolare, gli esperti si sono soffermati sulle trote arcobaleno. Grazie al nuovo Welfare Footprint Framework (WFF), i ricercatori hanno quantificato per la prima volta il dolore e la durata della sofferenza quando avviene l’asfissia all’aria. Una pratica – questa – che è purtroppo ancora molto diffusa nel mondo.
Quanto soffrono i pesci prima di morire
L’analisi ha appunto rivelato che con questo metodo i pesci hanno una sofferenza intensa, che dura per una media di 10 minuti ma che in alcuni casi può arrivare fino a 22 minuti. In realtà, il dolore cambia in base a diversi fattori come la dimensione del pesce o la temperatura dell’acqua. Ci sono quindi 24 minuti di dolore per ogni kg di pesce. Questo dato definisce quindi precisamente l’identità e la durata della sofferenza degli animali. Il presente studio ha inoltre analizzato l’efficacia economica delle soluzioni proposte in alternativa come lo stordimento elettrico: in tal caso basterebbe un dollaro di investimento in attrezzature, evitando così da 60 a 1200 minuti di dolore di moderata o alta intensità.

Si potrebbe utilizzare anche lo stordimento percussivo, che mostra dei risultati incoraggianti, anche se i ricercatori fanno sapere che si tratta al momento di un metodo che presenta problemi legati all’uniformità dell’effetto. Prima della macellazione dei pesci, vengono attuate delle pratiche comuni come il trasporto, l’affollamento o la manipolazione intensiva, che causano un carico di sofferenza che può superare quello del momento dell’uccisione. Il benessere dei pesci non dipende quindi solo dalla tecnica usata per ucciderli, ma anche dalla gestione complessiva del ciclo di allevamento.
Il Welfare Footprint Framework – strumento sviluppato dal Center for Welfare Metrics – consente di stimare quanto tempo un animale trascorre in stati di benessere o sofferenze. “Fornisce un approccio rigoroso e trasparente basato sulle evidenze per misurare il benessere animale” – ha dichiarato il dottor Wladimir Alonso, ideatore del metodo, “e permette decisioni informate su come allocare le risorse per ottenere il massimo impatto“. Questa metodologia rende quindi accessibile il concetto del dolore. I risultati dello studio potrebbero quindi avere effetti profondi e duraturi, e possono anche offrire una guida in grado di orientare gli investimenti pubblici e privati verso soluzioni efficaci. L’obiettivo? Garantire il massimo beneficio per ogni euro speso.