Alla scoperta di Gallicianò, il piccolo borgo calabrese dove si parla ancora il greco antico
C’è un piccolo paesino ricco di fascino nel cuore della Calabria in cui ancora si parla il greco. Una rarità che va preservata.
Arroccato su un costone roccioso a circa 500 metri d’altezza nel cuore selvaggio dell’Aspromente calabrese, si nasconde un gioiello linguistico e cultrale unico in Italia: il borgo di Gallicianò.
Questo minuscolo centro, una frazione del comune di Condofuri con appena sessanta residenti, è una vera e propria oasi dove il tempo sempre essersi fermato e l’antica lingua del Greci di Calabria, il greco calabro o il grecanico calabrese, risuona ancora viva e vibrante tra le sue vie.
Le radici profonde di una storia millenaria
La storia di Gallicianò è legata a eventi storici che risalgono al X secolo d.C. Quando la città bizantina di Callicòn, nell’attuale Macedonia greca, fu saccheggiata dai Bulgari, molti dei suoi abitanti si rifugiarono in Calabria, stabilendosi in quello che oggi è il borgo di Gallicianò.
Questo spostamento di popolazione è il punto di origine di una tradizione che si è mantenuta intatta per secoli, anche grazie alll’isolamento geografico e culturale del borgo.
Lingua e tradizioni antiche
Il greco parlanto a Gallicianò, pur avendo sviluppato alcune peculiarità dovute all’influenza del dialetto calabrese e all’isolamento secolare, mantiene un forte legame con il greco classico ed è in larga parte comprensibile a coloro che parlano il greco moderno. Offre quindi un legame diretto con quella cultura millenaria.

OltrE alla lingua, Gallicianò vanta un ricco patrimonio di tradizioni e costumi che che rivelano la sua identità ellenica. Le musiche, le danze e le pratiche artigianali sono strettamente legate alla cultura greca e ciò rende il borgo una vera e propria “capsula del tempo”.
Non è raro sentire i suoni della tarantella calabrese risuonare tra le stradine del paese, accompagnata dal canto che ha per secoli accompagnato la storia di questa comunità. Un esempio di questa cultura vivente è la liturgia cattolico-bizantina celebrata nella Chiesetta di Madonna di Greica, una costruzione che riflette l’unicità religioasa e culturale di Gallicianò.
La chiesa, costruita dall’architetto Domenico Nucera, meglio conosciuto come Mimmolino l’Artista, ospita una comunità che continua a praticare riti antichi mescolando tradizioni ortodosse con quelle cattoliche in una fusione che testimonia il passato bizantino del borgo.
Una sfida per il futuro
Nonostante la ricchezza culturale e la tenacia degli abitanti, Gallicianò si trova oggi ad affrontare sfide significative. Lo spopolamento dei borghi rurali e l’influenza della lingua italiana e della globalizzazione stanno mettendo a rischio la sopravvivenza del greco calabro.
Sebbene il dialetto venga ancora parlato in famiglia durante le festività, la lingua rischia verosimilmente di scomparire se no vengono adottate misure drastiche per preservarla. A questo scopo sono stati avviati diversi progetti tra cui la creazione di un museo etnografico che racconta la storia e la cultura del borgo attraverso oggetti donati dai residenti, e l’organizzazione di eventi culturali come festival e celebrazioni, che contribuiscono a mantenere viva la tradizione.
Oltre a tutto ciò, il greco viene anche insegnato nelle scuole locali, una decisione presa per preservare la lingua per le future generazioni.