Con una sentenza emessa ieri, la Corte suprema degli Stati Uniti ha abolito definitivamente quelle considerate “quote etniche” previste dalla “affirmative action”. Si tratterebbe, a conti fatti, di una storica sentenza che abolisce uno dei punti principali dell’inclusione scolastica per le minoranze negli Stati Uniti, applicata solamente da alcuni atenei, come la prestigiosa Harvard e l’Università del North Cartolina.
Proprio queste due erano finite, qualche tempo fa, nell’occhio di un ciclone, proprio a causa delle quote etniche. Entrambe le università erano, infatti, state citate in giudizio dall’organizzazione Students for fair admissions, che lamentava proprio il fatto che venisse applicato l’affirmative action, pratica ritenuta lesiva dei diritti civili che, negli Stati Uniti, sono sanciti dalla Costituzione con i suoi 27 emendamenti (di cui i primi 10 considerati fondamentali). Le quote etniche, che ora non potranno più essere applicate salvo casi eccezionali previsti dalla Corte, consistono nella previsione, in fase di immatricolazione agli atenei, di percentuali definite di persone di etnia differente da quella americana. Di fatto, di tratta di una corsia di accesso preferenziale per persone che, nonostante un rendimento non eccellente come altri candidati, vengono scelti solo per via della loro provenienza geografica.
Cosa ha detto la Corte suprema sulle quote etniche
Insomma, per la Corte suprema le quote etniche previste dall’affirmative action, sono incostituzionali, perché violerebbero il 14esimo emendamento della Costituzione. L’articolo, infatti, prevede eguale protezione davanti alla legge per tutti i cittadini americani, con una clausola specifica che rende inammissibili, in qualsiasi contesto, le discriminazioni basate sulla razza, che in questo caso colpirebbero gli americani.
Inoltre, le quote etniche previste dalle due università, secondo la Corte, si baserebbero su “categorie razziali” definite “imprecise e opache” che finiscono per “focalizzarsi sulla sotto rappresentazione”. Nella sentenza si legge che “i programmi di ammissione di Harvard e dell’Università del North Carolina non possono conciliarsi con le garanzie della clausola di eguale protezione davanti alla legge. Entrambi i programmi mancano di obiettivi sufficientemente mirati e misurabili che garantiscano l’uso della razza, utilizzano inevitabilmente la razza in modo negativo, implicano stereotipi razziali e mancano di una scadenza significativa”. Insomma, non solo le quote etniche, secondo la Corte, sarebbero incostituzionali, ma anche razziste e discriminatorie.