La radio potrebbe scomparire? Secondo l'Agcom le auto moderne non consentono la ricezione delle onde FM e DAB, ecco i dettagli
La radio è in serio pericolo? Secondo l’Agcom, l’autorità garante delle comunicazioni, la risposta è affermativa e sarebbe colpa, seppur indirettamente, delle auto. Ma cosa c’entrano le vetture a quattro ruote con le emittenti radiofoniche? Si starà giustamente domandando qualcuno e la connessione ve la spiegheremo su questa pagina. Non va dimenticato che uno dei luoghi tipici dove si ascolta la radio è proprio la macchina. Molti automobilisti, nel tragitto da casa a lavoro al mattino, e viceversa, quando rientrano nella propria abitazione la sera, si sintonizzano sulla propria radio preferita, e lo stesso avviene ad esempio anche durante i viaggi e le gite.
Molti sono soliti collegare la vettura a Spotify o magari portarsi la chiavetta con gli Mp3, ma la maggior parte degli automobilisti italiani ascolta la classica vecchia radio alla guida. Peccato però che questa tradizione, questo rito, che accompagna da anni i viaggi dei nostri connazionali, potrebbe finire nel giro di breve tempo, così come denunciato dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio, che punta il dito contro le vetture moderne. Nelle auto di ultima generazione, quelle dotate di sistemi di infotainment avanzatissimi, fruibili tramite touch screen solitamente posizionati sopra la console centrale, non vi sono i sintonizzatori FM o DAB, quelli che permettono appunto di ricevere la frequenza della stazione radio preferita, in favore invece di sistemi che favoriscono lo streaming o le interfecce USB (quindi i sopracitati Spotify o chiavette).
RADIO RISCHIA DI SPARIRE PER COLPA DELLE AUTO: “UNA TENDENZA PERICOLOSA”
Per Capitanio si tratta di una “tendenza pericolosa”, visto che la radio non è solo musica ma è anche “pluralismo, democrazia e informazione”, aggiunge, denunciando il rischio che 26 milioni di automobilisti potrebbero a breve non poter più ascoltare la radio. Il Corriere della Sera ricorda che il problema non nasce oggi ma ha origini “lontane” visto che ha iniziato a palesarsi con l’arrivo delle vetture più tecnologicamente avanzate, e in cui le radio sono considerate delle tecnologie datate, appartenenti ad un passato di cui le auto attuali non sembrano tenere conto.
Ci sono quindi molte vetture senza ricezione FM o altre in cui invece ci si può ascoltare la radio ma solo tramite ricezione dati, di conseguenza è necessario associare l’auto allo smartphone, una pratica che non tutti gli automobilisti sanno fare o hanno voglia di fare, soprattutto quelli dai 50/60 anni in su, più tradizionalisti. Il rischio è quindi quello di perdere milioni di ascoltatori, tenendo conto che nel nostro Paese vi sono quasi 2.500 emittenti radiofoniche, attive sia a livello nazionale ma anche locale, per un totale di circa 35 milioni di ascoltatori medi giornalieri.
RADIO RISCHIA DI SPARIRE PER COLPA DELLE AUTO: LA RICHIESTA DI AGCOM AL GOVERNO
Agcom ha quindi deciso di alzare la voce, invitando il governo ad attuare un intervento normativo a tutela delle radio: “Rischiamo di perdere migliaia di posti di lavoro”, aggiunge Capitanio, parlando di “un colpo per la filiera industriale”. In parlamento si sta quindi discutendo dell’obbligo che ogni auto venduta in Italia sia dotata del sistema di ricezione FM e DAB, rifacendosi ad una normativa europea del 2021 che obbligava appunto le case automobilistiche a produrre auto con la presenza del DAB+.
Resta da capire come reagiranno le case automobilistiche, che al momento non si sono espresse, ma tale richiesta potrebbe rappresentare un nuovo grattacapo per le aziende, tenendo conto delle normative complesse introdotte negli ultimi anni nel settore automotive. La sensazione è che si vada verso un mondo totalmente connesso e digitale anche nell’auto: la buona vecchia radio riuscirà a sopravvivere? Vedremo quello che accadrà, ma servirà un intervento normativo dall’alto, quindi direttamente da Bruxelles per provare a risolvere una situazione che potrebbe creare numerosi grattacapi sia da una parte che dall’altra: appuntamento al prossimo aggiornamento sul caso.