Radja Nainggolan si racconta nella nuova puntata de Le Iene, dalla difficile infanzia alla vita da calciatore ricca di eccessi arrivando all'arresto
Radja Nainggolan si racconta a Le Iene, in un servizio della prossima puntata
Nella serata di oggi, 27 maggio 2025, in prima serata su Italia 1 andrà in onda una nuova puntata de Le Iene dove tra i tanti servizi presenti ci sarà anche quello di Stefano Corti e Riccardo Messa in cui Radja Nainggolan si racconta tra l’infanzia difficile vissuta nelle vie di Anversa, la sua carriera nel mondo del calcio, e l’arresto che lo ha visto protagonista nel mese di gennaio per un presunto traffico di droga. Come lo stesso Ninja conferma la sua vita è stata ricca di eccessi che però gli permettevano anche di mettere in campo grandi prestazioni che lo hanno portato a vestire le maglie di Cagliari, Roma e Inter ed essere uno dei centrocampisti più forti del periodo. “La mia felicità è la vita che ho sempre fatto e più sono felice più le mie prestazioni in campo sono buone”.
Radja Nainggolan si racconta, dall’infanzia difficile agli eccessi da calciatore
Radja Nainggolan si racconta partendo dalla sua crescita nel quartiere Linkeroever di Anversa dove ha conosciuto la vita di strada da cui il calcio lo ha allontanato. “Da ragazzino ho fatto tante ca**ate, risse, furti… ho intrapreso un po’ quella strada perché non avevo niente e cercavo di portare a casa qualcosa. La mia fortuna è che sono andato via a 16 anni, altrimenti non so come sarei finito”. Gli eccessi hanno caratterizzato la sua vita e anche da calciatore non si è mai fatto mancare nessuno svago, trascinando anche con sé i suoi compagni, come ha raccontato è capitato con Totti, Pjanic e Manolas. “Martedì andavo a ballare. Mercoledì giocavo alla playstation, giovedì uscivo e mi sfasciavo, venerdì stavo in coma in allenamento, sabato giocavamo. Domenica riposavo, lunedì partivo in ritiro, martedì Champions”.
Radja Nainggolan, l’arresto per traffico di droga e le scommesse illegali
Infine Radja Nainggolan si racconta nell’arresto subito nel gennaio 2025, quando era stato accusato di far parte di un traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sud America e del suo rapporto con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello di un noto narcotrafficante belga Ashraf, “Io sono contro la droga, anche se mi hanno descritto come Escobar, È un mio amico ma quello che fa nella vita è un problema suo, non mio…, Mi scambio dei messaggi con lui… e la polizia pensa che erano dei messaggi in codice per il traffico di droga, in realtà c’è stato uno scambio di soldi in prestito tra me e lui, ma la droga non c’entra e neanche i debiti di gioco”. Il gioco infatti è stato uno degli eccessi di cui il centrocampista belga non si è mai privato e che lo ha attirato per l’adrenalina che genera, portandolo anche a perdere 200 mila euro in una sola serata al casinò e a scommettere su siti illegali.