Sta facendo molto discutere nelle ultime ore il video, diventato letteralmente virale sui social prima che venisse rimosso, della brutale aggressione perpetrata da un ragazzo nei confronti di un suo coetaneo a Cagliari: la breve clip, che mostra immagini davvero violente, ed è stato condiviso su Facebook e Instagram, riprende un ragazzo che si scaglia contro un altro fino a provocargli l’uscita di sangue dal naso. Tuttavia, se nei primi momenti si era parlato di una violenza a sfondo omofobo, dato che a qualcuno era parso di sentire la parola “gay”, oggi sono arrivati dei chiarimenti oltre che delle smentite in merito che hanno in parte derubricato l’episodio avvenuto del pestaggio avvenuto nel Parco Bonaria del capoluogo isolano all’ennesimo e comunque grave caso di bullismo tra giovanissimi. Secondo quanto si apprende, inoltre, il video sarebbe stato registrato da una donna di Napoli che si trovava nel parco in quel momento e che si è detta impressionata dalla violenza dell’aggressore che afferra e tira a sé l’altro ragazzo per tirargli un pugno.
CAGLIARI, BRUTALE AGGRESSIONE: “MA NON E’ OMOFOBIA”
Tuttavia, come è emerso nella giornata di oggi, l’aggressione avvenuta a Cagliari non avrebbe nulla a che fare con l’omofobia e da parte dell’aggressore (che attorno aveva altre persone che non sono intervenute e si sono solamente limitare a osservare la scena, NdR) non sarebbero state pronunciate parole quali “vieni qui, gay” e simili. Infatti l’utente che ha condiviso la breve clip, in un italiano sgrammaticato peraltro, aveva insinuato che si trattasse di una episodio a sfondo omofobo ma dagli accertamenti effettuati in seguito dalla Polizia Postale è emerso che tutto è nato per una banale storia di fidanzatine contese. Non solo: pare infatti che l’episodio non sia affatto recente ma che risalga addirittura a qualche mese fa e inoltre non risulterebbero al momento delle denunce alle forze dell’ordine anche se, adesso che il video è diventato di dominio pubblico e l’aggressore è facilmente riconoscibile, qualcosa potrebbe anche muoversi nei suoi confronti e sollevare pure delle domande su tutta quella gente che al parco ha assistito non solo senza muovere un dito ma pure senza denunciare l’accaduto.