Rambo III è forse il capitolo più violento dell'intera saga e parla di un periodo storico con discreta precisione. Con Stallone, il fidato Richard Crenna
Rambo III, film su Italia 1 diretto da Peter MacDonald
Venerdì 9 maggio 2025, in prima serata su Italia 1, torna Sylvester Stallone nelle vesti di John Rambo in Rambo III, per il franchise che la rete sta trasmettendo per intero. Il film trasmesso è cronologicamente circoscritto al 1988, in cui l’eroe che credevamo si fosse finalmente lasciato alle spalle la guerra ritirandosi in un tranquillo monastero thailandese, viene richiamato suo malgrado sul campo di battaglia.
A dirigere questa pellicola è Peter MacDonald, che ci catapulta dritti nel cuore del conflitto sovietico-afghano nel momento in cui il Colonnello Trautman, ovvero Richard Crenna, più che un semplice superiore una vera figura paterna per Rambo, cade nelle mani nemiche. La colonna sonora di Jerry Goldsmith accompagna scene di azione e di riflessione del protagonista.
La trama del film Rambo III: l’invasione russa in Afghanistan
La storia di Rambo III comincia con John Rambo, finalmente in pace con se stesso in Thailandia, diviso tra la serenità di un monastero buddista e la scarica di adrenalina dei combattimenti clandestini con i bastoni. Ma la guerra, come un’ombra, sembra non volerlo lasciare andare.
Il Colonnello Trautman bussa alla sua porta con una missione ad altissimo rischio in Afghanistan: fornire supporto ai Mujahideen contro l’invasore sovietico. Rambo, segnato dalle cicatrici del passato, rifiuta. È stanco di combattere, stanco di uccidere. Ma quando arriva la notizia che Trautman è stato catturato proprio durante quella missione, per Rambo non c’è più scelta.
Inizia così una missione di salvataggio oltre il confine pakistano, un’alleanza forzata con i combattenti afghani per espugnare una fortezza sovietica apparentemente inespugnabile, difesa dal Colonnello Zaysen. Il protagonista si ritrova ancora solo contro un esercito, ma questa volta non combatte solo per sopravvivere, ma per liberare l’uomo che per lui è stato quasi un padre.
