Come promesso nel corso della campagna elettorale, il governo guidato da Giorgia Meloni ha messo mano al reddito di cittadinanza. La stretta è stata molto dibattuta nelle ultime settimane, ma i risultati saranno significativi secondo quanto reso noto da Bankitalia nella sua consueta relazione annuale: l’intervento sul sostegno targato 5 Stelle varrà un risparmio di quasi due miliardi di euro.
Entrando nel dettaglio dell’intervento, il governo ha ridisegnato le misure di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale introducendo l’Adi, ovvero l’Assegno di inclusione. Questo dal 2024 sostituirà il reddito di cittadinanza e arriverà fino alla soglia di 6.000 euro annui per i nuclei formati da una sola persona, un valore che verrà poi aumentato in base alla dimensione e alla composizione della famiglia. Come evidenziato dal Messaggero, i coefficienti stabiliti per il nuovo sussidio saranno più alti per i disabili, ma più bassi per gli adulti tra 18 e 59 anni senza carichi di cura e per i minori. Erogato per 18 mesi e rinnovabile dopo uno di sospensione, l’assegno sarà cumulabile con l’assegno unico mentre i nuclei che vivono in affitto riceveranno un contributo fino a 3.360 euro l’anno.
Bankitalia sulla stretta al reddito di cittadinanza
Con la stretta al reddito di cittadinanza la platea del sussidio sarà ridotta, nonostante la soglia non sia stata modificata: “Altri requisiti saranno più restrittivi: per quanto riguarda il patrimonio immobiliare verrà introdotto un vincolo sul valore ai fini dell’Imu dell’abitazione di proprietà; per le famiglie che vivono in affitto la soglia del reddito familiare per ricevere l’Adi non sarà più incrementata di oltre la metà, come invece avviene attualmente per tenere in considerazione i costi connessi con la locazione”, riporta Bankitalia. Il totale è di 1,8 miliardi di uscite in meno all’anno, mentre per quanto concerne la platea, l’introduzione dei requisiti anagrafici riduce “la platea dei nuclei potenzialmente beneficiari dell’Adi di quasi il 30 per cento rispetto a quella dell’Rdc e che la variazione dei requisiti economici comporti un’ulteriore diminuzione di circa il 10 per cento”. Per quanto riguarda le famiglie di stranieri invece “l’estensione della platea derivante dall’allentamento del requisito di residenza in Italia (stimabile in circa il 20 per cento) sarebbe più che controbilanciata dall’irrigidimento delle altre regole di accesso all’Adi, poiché questi nuclei soddisfano con più difficoltà i nuovi requisiti anagrafici e più spesso vivono in affitto”. In soldoni, il numero di famiglie straniere beneficiarie si ridurrebbe di due terzi.