L'INPS ha pubblicato i primi esiti sulle precedenti domande relative al reddito di libertà e al 2025 è possibile già inviarne di nuove.
Si conclude così la prima fase del reddito di libertà del 2025 che ha permesso alle donne vittime di violenza di poter accedere ad un contributo mensile al fine di riprendere la propria indipendenza e autonomia quotidiana. Dal 12 maggio è previsto un nuovo invio a disposizione delle nuove beneficiarie.
All’interno del portale INPS, precisamente nella sezione dedicata alle prestazioni sociali degli enti e CAF, è data possibilità ai Comuni italiani di poter consultare i primi esiti per le istanze inviate tra il 5 marzo e il 18 aprile di quest’anno. Le beneficiarie invece, saranno avvisate dall’ente previdenziale sul contatto rilasciato in fase di domanda, in alternativa sarà il Comune a darne comunicazione.
Come funziona il reddito di libertà per il 2025
Il reddito di libertà del 2025 funziona allo stesso modo dello scorso. Le beneficiarie sono quelle donne vittime di violenza, che hanno seguito e che seguono un percorso riabilitativo presso un centro di servizi sociali e/o di anti violenza, per le quali è previsto un contributo di 500€ al mese da poter cumulare anche con l’Assegno di Inclusione.
L’indennità può essere spesa per sostenere i propri costi, come ad esempio per l’abitazione in cui vivere (pagando l’affitto) oppure per i centri scolastici degli eventuali figli ancora minorenni.
Le donne che non hanno inviato la domanda entro il 12 aprile di quest’anno, potranno trasmettere la pratica a partire da lunedì 12 maggio, provvedendo a scaricare e compilare il modulo SR208. É tuttavia possibile, che quest’anno la pratica non venga accolta per “mancanza di fondi”, in quel caso dovrà essere ripresentata istanza da gennaio prossimo (2026).
Domanda inviabile online
Il reddito di libertà nel 2025 può essere richiesto tramite una domanda online da trasmettere al Comune di residenza. Dopo aver compilato adeguatamente il modello SR208, inserendo i propri dati anagrafici, è necessario allegare anche la prova del percorso presso il Centro antiviolenza presso cui è seguito il soggetto richiedente.
L’istituto dev’essere autorizzato ad operare dal Comune o comunque dalla Regione italiana. Infine va inserito il codice IBAN o del conto corrente intestato alla donna beneficiaria della misura, utile al fine di ottenere il contributo mensile.
Laddove la pratica avesse un esito positivo, l’INPS invierà l’avvenuto completamento e provvederà al pagamento del reddito da 500€ al mese per un massimo di 12 mesi.
