L’APPELLO DELLA CARITAS EUROPA AGLI STATI: “SERVE MOLTO DI PIÙ DEL REDDITO MINIMO”
Un reddito minimo, stante lo scenario internazionale e continentale che stiamo attraversando, risulta del tutto insufficiente: che sia la legge sul reddito minimo, o un “reddito di cittadinanza”, o ancora il nuovo Assegno di inclusione (per rimanere ai casi italiani) devono ampliare il più possibile la platea dei riceventi. È netto l’appello lanciato dalla Caritas Europa nel suo ultimo rapporto aggiornato al 2025 in merito allo stato attuale di ben 20 organizzazioni caritatevoli della Chiesa Cattolica in tutta l’UE.
Dal titolo già eloquente – “Prosperare, non solo sopravvivere” – l’obiettivo della ricerca di Caritas Europa è quello di sensibilizzare la comunità continentale sul fallimento e/o insufficienza di azione dei vari sistemi di inclusione, redditi minimi e simili. Ad oggi, solo 5 Paesi forniscono un assegno mensile che raggiunge almeno il 75% della platea di indigenti dietro la soglia nazionale di povertà. Per la Caritas UE le risorse economiche generali sono insufficienti e per questo motivo spesso le condizioni di accesso al reddito minimo sono rigide e altamente discriminatorie con politiche che da inclusive divengono paradossalmente “esclusive”.
Un dato su tutti: quasi il 90% delle Caritas europee segnala che nei rispettivi Stati i sussidi messi a disposizione non sono affatto sufficienti per coprire i bisogni di base dei cittadini, sempre più abbandonati ad un rischio povertà spaventoso. L’impossibilità di accedere ai requisiti base dei redditi minimi è un problema che riguarda milioni di persone in Europa, e che deve divenire un’emergenza chiave della nuova legislatura dell’Unione Europea appena inaugurata.
Immigrati, irregolari, senza fissa dimora, giovani o semplicemente cittadini che non riescono ad avere una regolare contribuzione: la platea degli “esclusi” dal reddito minimo è ampia secondo il documento della Caritas che infatti lancia l’appello tramite la segretaria generale Maria Nyman direttamente alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.
INCLUSIONE, SOSTEGNO AI BISOGNOSI E PLATEE “PIÙ AMPIE”
I programmi di sussidi non riescono a coprire i bisogni reali, denuncia ancora la n.1 di Caritas Europa nel presentare il documento sull’indigenza e la povertà nel Vecchio Continente: un reale impegno, sempre più urgente, dovrebbe invece prevedere sussidi che consentano alle persone più bisognose di vivere con piena dignità partecipando alla vita della società europea. Serve un’azione coordinata, suggerisce la Caritas, affinché molto più di 5 Paesi UE arrivino a distribuire un reddito minimo che copra almeno il 75% dei poveri.
Priorità massima, spiega ancora Nyman, i leader dei Paesi la diano alla formazione di un «reddito inclusivo e adeguato come pilastro della prossima strategia anti-povertà dell’UE»: non solo a livello economico la platea di riceventi deve ampliarsi quanto prima, ma occorre studiare al massimo (e affrontare) le cause profonde di questa povertà “allargata”. Questo significa, aggiunge il documento di Caritas Europa, la garanzia il più possibile integrata fra reddito minimo, alloggio personale, sostegno sanitario, lavorativo ed educativo.
L’impegno insomma è gravoso ma serve svoltare sulle politiche di inclusione affinché il sostegno dei vari redditi minimi possa essere sufficiente ad affrontare le vere problematiche: commentando il documento europeo durante la presentazione del report a Bruxelles, il responsabile italiano di Caritas Giulio Bertoluzza ha aggiunto che l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza – con l’introduzione dell’Assegno di inclusione – ha migliorato gli sprechi ma anche ridotto i criteri di accesso con esclusone di diverse categorie che permangono in condizioni di povertà. Per questo serve rendere l’inclusione sempre più ampia e “collegiale” in modo da affrontare alla radice il disagio e le condizioni fragili di molte situazioni di povertà.