Il nuovo redditometro 2025 non violerà nessuna privacy, ma riuscirà ad individuare il patrimonio e i movimenti bancari.
Per chi se lo stesso chiedendo, il redditometro nel 2025 è tornato. Ora si chiamerà Cerebro, ed è stato approvato dal garante della privacy dopo averlo valutato fino in fondo.
Questo sistema controllerà ogni conto corrente “sospetto”, basandosi su due aspetti importanti, l’acquisizione di informazioni reperibili pubblicamente, e l’elaborazione delle stesse, vediamo in che modo lo farà.
Presentato il nuovo redditometro 2025
Il nuovo redditometro già pronto per il 2025 sarà accurato ma non invadente, è la formula perfetta scovata dagli esperti del settore che hanno realizzato un software “perfetto” ma senza violare la privacy dei cittadini.
Il metodo tecnico che ha permesso di creare un sistema simile si chiama “web scraping”, e permette di individuare autonomamente i dati utili ai fini dell’accertamento fiscale.
Il Garante ha spiegato il processo che permette il controllo pur restando a norma con l’acquisizione delle informazioni personali.
Le funzionalità pratiche
Il sistema Cerebro si baserà su dati già pubblici ed esistenti, con la sola differenza che la banca delle informazioni in essere potrebbe esser stata rivista dal personale qualificato (indipendentemente che si tratti di banche o enti finanziari).
Il software si concentrerà su 2 funzionalità specifiche, l’elaborazione e l’acquisizione. Entrambi i metodi saranno utili per combaciare i dati più importanti e che potrebbero restituire un risultato più chiaro e delineato.
L’acquisizione si baserà sull’ottenimento delle informazioni presenti nei registri pubblici di ogni organo istituzionale, anche soggetti “esterni”. Mentre il controllo del patrimonio avverrà verificando la reale fattibilità tra il proprio reddito e il “posseduto”.
Una eventuale sproporzione comparata ai propri ricavi, potrebbe essere un segnale d’allarme significativo che metterà il fisco nella condizione di approfondire l’accertamento fiscale, potendo dunque “indagare” senza violare il principi della privacy e né tanto meno di una possibile “discriminazione”.
A completare il report sarà il “conteggio sperequativo”, utile a correlare i movimenti e le transazione economiche e i beni di cui il contribuente è titolare.
