Reggio Calabria, matrimoni illegali focolai di covid/ Centinaia di persone infette
A Reggio Calabria si sono verificati numerosi casi di covid per via della celebrazone di matrimoni clandestini con centinaia di invitati: i dettagli

I numerosi casi di coronavirus emersi negli ultimi giorni in quel di Reggio Calabria, sarebbero collegabili in gran parte ad una serie di matrimoni celebrati fra la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre, feste con centinaia di invitati dove il covid-19 ha potuto tranquillamente circolare. Il problema è che il penultimo Dpcm emanato da governo riduceva a 30 gli invitati per le celebrazioni legate a riti civili e religiose, ma evidentemente qualcuno ha deciso di fare il furbetto, pagandone poi le conseguenze. I colleghi di Strettoweb ricordano come sul territorio reggino vi siano 1.100 persone colpite da coronavirus, su una popolazione totale di 556mile abitanti; di questi, la maggior parte sono asintomatici, e solamente 47 sono ricoverati in ospedale, di cui 4 in terapia intensiva. Non sono mancate però le vittime, tutte persone anziani con gravi patologie pregresse, ma a cui il coronavirus ha accorciato la vita di anni.
MATRIMONI CLANDESTINI A REGGIO CALABRIA: FOCOLAI COVID
Strettoweb indica come “matrimonio zero”, quello avvenuto un mese fa a Sinopoli, fine settembre, con ben 400 invitati. Un evento esplosivo che portò le autorità a dichiarare zona rossa i comuni di Sinopoli stesso, e poi di Sant’Eufemia. In totale sono stati scoperti 98 positivi, con l’aggiunta di una vittima. Purtroppo il caso appena elencato non è rimasto isolato, in quanto, anche altri comuni della provincia di Reggio Calabria hanno registrato nuovi contagiati legati per lo più a matrimonio clandestini. Nella locride, ad esempio, la scorsa settimana si è celebrato un evento con ben 500 invitati, che sono stati comunque divisi fra più ristoranti di modo da aggirare le norme, ma i contatti fra i 500 ci sono stati. Altro matrimonio a Roccella Jonica, 200 invitati, evento su cui le forze dell’ordine stanno indagando, e anche ad Annoia, lo scorso 10 ottobre, è accaduto qualcosa di simile. La Calabria resta al momento una delle regioni più virtuose con il 5.9% dei posti letto occupati in terapia intensiva, ma bisogna fare di tutto per evitare che i casi salgano ulteriormente, a cominciare dal rispettare le regole.
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