L’Agenzia delle Entrate ha previsto e introdotto il regime impatriati nel 2025 dedicato ai lavoratori che dopo essersi trasferiti all’estero voglio rientrare nel nostro Bel Paese usufruendo degli incentivi fiscali che gli vengono offerti. La possibilità viene data anche a chi mantiene i rapporti con il datore di lavoro straniero.
I dettagli sono contenuti nella circolare 22 risalente al 7 febbraio 2025, rilasciata dall’Agenzia delle Entrate, che specifica sia il bonus promesso ai lavoratori italiani che rientrano in patria e sia le condizioni da soddisfare per poter rientrare nel termine dei cosiddetti “impatriati”.
Regime impatriati 2025 con agevolazioni fiscali
Il regime impatriati del 2025 prevede degli incentivi fiscali significativi. Coloro che rientrano in Patria godono di un’esenzione fiscale sul 70% del reddito prodotto (purché sia da dipendente) e per 5 anni, mentre l’esenzione sale di altri venti punti percentuali, dunque al 90% qualora l’italiano che era all’estero ritorna in una Regione del Mezzogiorno.
Devono sussistere tuttavia tre condizioni imprescindibili per poter rientrare nel regime speciale e agevolato: l’attività d’impiego dev’essere in Italia, il trasferimento della residenza fiscale nel nostro Bel Paese dev’essere di una durata pari ad almeno 2 anni e occorre essersi trasferito all’estero per una durata minima di 2 anni.
Allo scadere dei cinque anni è possibile richiedere una proroga sulla tassazione di ulteriori 5 anni, ottenendo un ennesimo sconto al 50% o al 90% in base alla propria condizione (ad esempio se si avesse acquistato casa in Italia oppure se fossero nati figli).
Incentivo con lo stesso datore di lavoro straniero
Con la nuova circolare dell’Ade il regime impatriati si amplia anche a coloro che decidono di mantenere i rapporti con il datore di lavoro dell’estero, pur sempre rispettando quanto sostenuto precedentemente, svolgere l’attività nel nostro Bel Paese e mantenere la residenza fiscale nel territorio italiano.
Un esempio pratico può essere un datore di lavoro di una multinazionale estera che permette al lavoratore di operare anche in Italia, da remoto. In questo caso il cittadino godrà dell’esenzione fiscale al settanta per cento per un periodo di 5 anni.