Il Regno Unito riprende a elaborare le richieste di asilo dalla Siria: da oggi si potrà procedere anche ai rimpatri nel paese non più vittima di Assad
Con l’aggiunta del Regno Unito, cresce il numero di paesi europei che intendono tornare a processare le richieste di asilo da parte dei migranti provenienti dalla Siria, in larghissima parte bloccate dopo l’ormai nota caduta del regime autoritario retto dalla famiglia Assad a causa dell’incertezza sulle condizioni sociali che i cittadini si sarebbero trovati ad affrontare in un territorio da decenni al centro di un guerra civile e caduto in mano a miliziani islamici.
Non a caso la stessa Unione Europea suggerì ai 27 di sospendere temporaneamente l’elaborazione delle richieste di asilo dai cittadini della Siria, lasciandoli in una sorta di limbo in cui non potevano né essere rimpatriati, né accolti secondo i principi di asilo politico o umanitario: nel Regno Unito le richieste erano diminuite dell’81% con appena 443 domande presentate nel primo trimestre di quest’anno; mentre fino a pochi mesi prima i migrati siriani erano i più frequenti sul suolo britannico.
Il Regno Unito apre ai ripari verso la Siria: il paese considerato sicuro dopo la caduta di Assad
La decisione di tornare a elaborare le richieste di asilo dei cittadini della Siria è stata annunciata dal ministro britannico per l’asilo Angela Eagle che ha spiegato pubblicamente che sarebbero state fornite tutte le necessarie informazioni sulla condizione di vita nel territorio siriano: contestualmente sono state pubblicate anche delle nuove linee guida che suggeriscono ai giudici di processare e validare singolarmente ogni domanda per evitare eventuali rimpatri lesivi.
Secondo l’Unione Europea, infatti, le condizioni di vita in Siria sono relativamente buone – con un rischio “basso” di persecuzione politica -, ma al contempo persistono numerose criticità soprattutto per chi fa parte della comunità LGBT e per i cittadini siriani di etnia alawita; mentre nel frattempo – a fronte di realtà come Spagna e Portogallo che hanno continuato a processare le domande – l’Austria è stato il primo paese europeo a rimpatriare, lo scorso mese, un cittadino siriano espulso già nel 2019 per una condanna penale.

Similmente, oltre al Regno Unito, l’Austria, la Spagna e il Portogallo, anche la Francia e la Germania hanno ripreso a processare le domande d’asilo da parte dei cittadini della Siria con una pendenza che – per nel secondo caso – è di circa 47mila richieste in attesa di elaborazione: quello tedesco, infatti, è il primo e principale territorio di destinazione per i cittadini siriani e il cancelliere Merz intende ora riaprire anche alle espulsioni, sospese nell’era di Assad.
