Un nome sicuramente spesso dimenticato tra i tanti che hanno gravitato attorno alla tragedia del traghetto Moby Prince – che questa sera sarà protagonista della puntata di ‘Linea di confine’ in onda su Rai 2 alle 23:20 con Antonino Monteleone – è quello di Renato Superina, l’allora comandante dell’Agip Abruzzo la cui posizione non fu mai veramente chiarita dalle numerose inchieste e commissioni parlamentari che negli anni non sono mai riuscite a dare una risposta credibile ai familiari delle 140 vittime del disastro.
Qui vorremmo proprio soffermarci sulla figura di Renato Superina, per cercare di rispondere alla domanda “chi è” (o meglio, era dato che si è spento una decina di anni fa) e capire tutti i punti controversi della vicenda.
Partendo proprio da qui – prima di arrivare ovviamente a Renato Superina -, vale la pena ricordare che la tragedia del Moby Prince risale all’aprile del 1991 quando il traghetto carico di passeggeri impattò tragicamente contro la petroliera Agip Abruzzo che in quel momento di trovava nella rada del porto livornese.
Ne scaturì un enorme incendio alimentato dalle ingenti tonnellate di petrolio che si rivelò fatale per tutte e 140 le persone che si trovavano a bordo del traghetto; mentre si salvarono solamente il mozzo del traghetto – Alessio Bertrand -, l’equipaggio della petroliera e il comandato in carica in quel momento.
Chi è Renato Superina, il comandate della petroliera Agip Abruzzo: la sua posizione sulla tragedia del Moby Prince
Sulla figura privata del comandate – per rispondere, appunto, alla domanda “chi è Renato Superina” – ad oggi non sappiamo praticamente nulla fuorché il fatto che viveva a Genova ed era sposato con una donna di nome Candida che gli aveva dato due figli – Nevio ed Enrico, la cui età ad oggi è ignota.
Mentre è altrettanto certo che da parecchi anni fosse malato al punto da non riuscire neppure a partecipare attivamente alle indagini livornesi condotte tra il 2006 e il 2010 (ovvero l’inchiesta bis sul Moby Prince), così come sappiamo che nell’aprile del 2011 – peraltro a pochi giorni di distanza dal ventennale della tragedia – è morto proprio a causa della sua malattia.
Un decesso – quello di Renato Superina – che ha reso praticamente impossibile ricostruire la verità su quella tragica notte, dato che seppur le indagini si siano a lungo concentrate sui presunti errori commessi dal comandate del traghetto – ovvero Ugo Chessa, morto quella notte nel rogo – e sulle condizioni meteorologiche.
Di fatto non si è mai veramente approfondita la posizione dell’Agip Abruzzo che dai dati ufficiali risultava essere ancorata nel triangolo di uscita dal porto di Livorno nel quale è proibita la fonda e la pesca: di fatto Renato Superina era tra gli indagati del primo processo di primo grado del 1995, ma la sua posizione fu archiviata nella fase di istruttoria e mai più riaperta e in questi anni ha sempre rifiutato di parlare con i giornalisti.