Renè Higuita, ex storico portiere della nazionale colombiana e attuale allenatore dei portieri dell’Atlético Nacional, parla del suo rapporto con Pablo Escobar a causa del quale finì anche in carcere. In un’intervista rilasciata ai microfoni del canale argentino di Fox Sports, Higuita ricorda quel periodo della sua vita svelando di non aver mai saputo nulla dell’attività di Pablo Escobar, noto come “il re della cocaina” ucciso il 2 dicembre 1993. “Le autorità in Colombia mi hanno detto di consegnare Pablo Escobar in modo da non arrestarmi. Sapevano che ero innocente, ma in tutte le persecuzioni che avevano iniziato contro di lui, iniziarono a mettere i suoi conoscenti in prigione”, ricorda Higuita che, da tutti, era considerato un amico di Escobar a causa di un incontro avvenuto tra i due nel carcere di La Catedral.
“SEMPRE GRATO A PABLO ESCOBAR PER AVER ILLUMINATO I CAMPI DA CALCIO”: PARLA HIGUITA
Renè Higuita sarà sempre grato a Pablo Escobar per un motivo: fu il primo ad illuminare i campi da calcio dando risalto ad un settore che gli ha cambiato la vita. Quando le autorità chiesero di raccontare tutto quello che sapeva su Escobar per non essere arrestato, l’ex portiere rispose “che non sapevo nulla e che anche se avessi saputo non avrei detto nulla. Io ero grato a Pablo Escobar per aver illuminato i campi da calcio quando nessun altro lo aveva fatto“, ha raccontato a Fox Sports. A distanza di anni, Higuita ribadisce di essersi sempre mostrato senza filtri. “Io mi mostro per quello che sono: l’amico di tutti. Che sia stato amico di Pablo Escobar non significa che io sia un narcotrafficante. A qualcuno piacerà, altri mi considereranno un nemico. Ciò che mi riempie d’orgoglio è essere stato un calciatore“, ha concluso l’attuale allenatore dei portieri dell’Atlético Nacional.