Ogni giovane porta con sé aspettative, speranze e voglia di lasciare il segno nella società. Desidera inoltre fare una concreta esperienza nel mondo del lavoro, in alcuni casi coerente con gli studi compiuti, siano essi superiori o universitari, in moltissimi altri un periodo di confronto col mercato, per orientarsi, capire meglio chi si è e dove si vuole davvero dirigere la propria vita. Ma quanti hanno davvero l’occasione di fare la differenza? Il Servizio Civile Universale è una di queste opportunità: un anno dedicato alla solidarietà, all’inclusione e alla crescita personale, un’esperienza che può cambiare la vita di chi partecipa e di chi ne beneficia.
Fino al 18 febbraio 2025 alle ore 14, i giovani tra i 18 e i 28 anni possono candidarsi e scegliere il progetto che più li appassiona, accedendo con SPID alla piattaforma ministeriale domandaonline.serviziocivile.it.
Cos’è il Servizio Civile?
Si tratta di un percorso esperienziale e formativo retribuito (507,30 euro/mese) che permette di operare per un anno presso associazioni, cooperative, fondazioni ed enti pubblici, contribuendo a progetti ad alto impatto sociale. Consente, inoltre, a tutti coloro che terminano con successo l’esperienza, di rientrare nel 15% dei posti riservati in occasione di concorsi pubblici. Un motivo che spinge molti laureati in materie umanistiche a considerare questa opzione.
I giovani volontari si troveranno ad operare in settori importanti per la comunità e il territorio: assistenza alle persone fragili, supportando chi si trova in situazioni di difficoltà economica, sociale o sanitaria; inclusione degli stranieri, favorendo l’integrazione e la conoscenza reciproca; educazione e formazione, aiutando bambini e ragazzi a superare le barriere scolastiche e sociali; tutela dei diritti del cittadino, lavorando per garantire informazione, equità e accesso ai servizi; cultura e ambiente, proteggendo e valorizzando il patrimonio artistico e naturalistico italiano.
Ogni volontario sarà parte di una rete di persone operanti nel terzo settore accomunate dallo stesso obiettivo: costruire una società migliore e più inclusiva. Il Servizio Civile Universale è molto più di un’esperienza lavorativa. È un modo per mettersi alla prova, scoprire nuove passioni e acquisire competenze utili per il proprio futuro professionale. È un’opportunità di crescita personale, di formazione continua e di sviluppo delle soft skills come il lavoro in team, la gestione dei conflitti e la comunicazione. Ma soprattutto, è un atto di cittadinanza attiva: significa mettere il proprio tempo e le proprie energie al servizio del proprio territorio.
La Rete Servizio Civile
La Rete Servizio Civile offre ben 338 posti in tutta Italia, collaborando con numerosi enti e associazioni per garantire un’ampia varietà di progetti. Tra i partner attuali figurano realtà impegnate in diversi ambiti, come: AFOL, EDUCO, ENAC CFP CANOSSA, GALDUS, IAL, Preziosine, Dehon per la formazione professionale, l’educazione e il supporto didattico; Fondazione Progetto Arca, attiva nell’assistenza agli stranieri, ai senzatetto e alle famiglie in difficoltà, con centri di accoglienza e social market; Istituto dei Sordi di Torino e Il Granello, che lavorano per l’inclusione delle persone con disabilità; Banco di Solidarietà Stefano Marzorati, impegnato nella raccolta e distribuzione alimentare; Rembrandt, che gestisce nidi e centri diurni, nonché residenze per anziani; Veneranda Fabbrica del Duomo, per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico; EPACA, patronato con sedi in tutta Italia, e molti altri, per coprire le diverse esigenze del territorio e offrire a ogni volontario la possibilità di trovare il progetto più vicino ai propri interessi e aspirazioni.
Rete Servizio Civile si contraddistingue per essere una rete di piccole dimensioni, con attenzione al singolo volontario e al suo percorso; il 30% dei giovani che terminano l’esperienza con Rete Servizio Civile vengono confermati in rapporti di collaborazione successiva. Gli altri ragazzi vengono accompagnati in percorsi di job coaching collettivo e individuale e inseriti in percorsi di politiche attive. Nel caso di Rete Servizio Civile l’esperienza di volontariato diviene un ponte per il lavoro.
Nella formazione
“Ciò che mi ha spinta a fare il servizio civile – racconta Francesca Lovera, ex volontaria di servizio civile e oggi docente presso IAL, centro di formazione professionale – era il bisogno di cambiare e di rompere la routine dopo gli anni del Covid: ho agito per egoismo, nel senso che l’ho fatto principalmente per me stessa. A volte le scelte più importanti della nostra vita si fanno guidati un po’ da un sano egoismo (riconoscendo cosa è bene per sé) e un po’ dal bisogno di sistemare qualcosa dentro di noi. Il risvolto della medaglia è stato il vedere quanto la mia scelta personale ha poi giovato a tante persone. Ho lavorato in un ente di formazione professionale lombardo, dove mi sono dedicata principalmente al sostegno degli studenti; ho affiancato ragazzi quasi coetanei, avevano sei o sette anni meno di me, ed è stato molto stimolante. Mi sono resa conto di quanto un’esperienza nata da un’esigenza personale abbia aiutato a far crescere e a migliorare loro stessi, oltre che me”.
Insieme ai disabili
“Il 28 maggio 2024 – spiega Veronica Galante, volontaria di servizio civile presso il Granello – ho iniziato il mio percorso di servizio civile della durata di un anno presso la cooperativa sociale Il Granello a Saronno, nel centro socio educativo denominato “Acqua” frequentato da persone con una disabilità medio-grave ed un’età compresa tendenzialmente tra i 18 e 65 anni. La mia esperienza in questi mesi è stata e continua a essere positiva sotto ogni aspetto, sia a livello lavorativo che umano con gli utenti, a cui mi sono subito affezionata, e gli educatori, che sono sempre disponibili a condividere le loro conoscenze e volenterosi di insegnare il loro lavoro a chiunque passi per il centro, che sia un volontario o un tirocinante. Infatti sto imparando tantissime cose! Ogni giorno ho la possibilità di assistere, aiutare ed anche gestire in autonomia delle attività per i ragazzi del centro. Nel programma settimanale, che cambia ogni stagione, sono previste svariate attività giornaliere e ciascuna ha uno scopo ben preciso. Per elencarne alcune: ci sono quelle cognitive che servono ad aiutare gli utenti a tenere la mente allenata con dei giochi ed esercizi appositi, quelle più creative grazie alle quali possono cimentarsi in qualcosa di nuovo come il cucito ed il laboratorio teatrale, e quelle più spensierate in cui i ragazzi possono interagire tra loro e divertirsi, ad esempio col karaoke ed i balli di gruppo”.
“In aggiunta alle attività – continua Veronica – vengono anche organizzate delle gite che possono essere a scopo didattico o per puro svago. Una delle più memorabili che ho fatto in questi mesi è quando sono andata col CSE acqua ed altri centri del Granello a vedere Inside Out 2 al cinema ed in seguito è stata svolta un’attività durante la quale è stato chiesto a ciascun utente da quale emozione si erano sentiti meglio rappresentati durante la visione del film ed il motivo. Da ciò è scaturito un bel momento di condivisione che ha permesso agli utenti, persino i più timidi, di condividere coi compagni e tutti i presenti un lato del loro carattere che magari fanno fatica ad accettare. Insomma si tratta di un’esperienza che consiglio vivamente a tutti i giovani perché è formativa sotto ogni punto di vista, ma soprattutto perché personalmente mi ha permesso di scoprire un lavoro, quello dell’educatore, a cui non avevo mai pensato prima e che mi sta piacendo molto”.
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