Riarmo, con un emendamento del Ministero della Difesa il governo reintroduce il principio di necessità e urgenza da applicare ai contratti per la produzione e il commercio di armamenti, che potranno restare segreti e non più sottoposti a controlli preventivi. Il FattoQuotidiano ha anticipato questa notizia, dopo aver letto la bozza del provvedimento che probabilmente verrà depositato alla Camera lunedì, in occasione della discussione sul decreto infrastrutture e che contiene nuove norme in materia di spese per la difesa, che come richiesto dall’ultimo vertice Nato dovranno aumentare fino a raggiungere il 5% del Pil.
Queste comprenderanno forniture di missili, jet e navi, ma anche bombe, esplosivi, cannoni e altri tipi di armi e di sistemi come ad esempio i radar, che sono già contenuti in un elenco della Comunità Europea pubblicato nel 1958, tutte attrezzature che saranno definite come urgenti, specialmente se rientrano negli obiettivi strategici e nell’interesse di un aumento della capacità difensiva, ritenuta allo stato attuale carente rispetto alla concorrenza e soprattutto alla luce dello scenario geopolitico che impone di innalzare i livelli di sicurezza.

Emendamento Difesa: i contratti relativi al riarmo e alle spese militari potranno essere segreti e non sottoposti a controlli
Per rispettare la procedura richiesta dagli accordi Nato sul riarmo e l’aumento della spesa per la difesa, l’Italia propone un emendamento che potrebbe velocizzare ed approvare nuove forniture di armi senza dover rispettare i tempi burocratici richiesti per altri tipi di appalti pubblici.
Il Ministero ha infatti intenzione di depositare una nuova norma che prevede di applicare a tutti i contratti relativi al commercio di questo tipo di materiale i principi di urgenza e necessità, che di fatto escludono dai controlli preventivi, che di solito vengono effettuati dalla Ragioneria di Stato e dalla Corte dei Conti, i documenti permettendo così di mantenere una segretezza, anche perchè si specifica che, la divulgazione di informazioni potrebbe andare contro gli interessi di sicurezza.
In una relazione visionata da Il Fatto Quotidiano, ci sarebbero inoltre le giustificazioni di questa decisione che arriva per “Rispondere alle esigenze dell’Alleanza Atlantica, in un ambito che esige una grande rapidità di risposta, al fine di adeguare lo strumento militare agli standard richiesti” .
A decidere se proseguire con il nuovo metodo sarà comunque una commissione nominata appositamente dal Presidente della Repubblica e composta da membri della Corte dei Conti, magistrati dell’avvocatura di Stato e rappresentanti della Forze dell’Ordine.