“Siamo centomila!” ha esultato Conte portando (a parole) il M5s a porsi come ideale portabandiera del pacifismo nostrano ed accogliendo con particolare calore le delegazioni dei “partiti fratelli” della sinistra, compreso il manipolo del Pd, che peraltro – a larga maggioranza – pochi giorni fa aveva comunque votato a Bruxelles a favore della risoluzione “bellicista” di maggioranza, quella pro investimenti militari da incrementare nei vari Stati europei.
Se si gratta sotto la vernice, però, al netto della propaganda e delle naturali, quotidiane critiche alla Meloni, il M5s continua nella sua politica a doppio binario, dove da una parte si cercano in piazza i voti con gli slogan, ma poi contemporaneamente si sostiene l’esatto contrario.
Conte, infatti, ha detto a chiare lettere di essere contrario a far spendere i famosi 800 miliardi di riarmi “nazionali” per “il folle piano di riarmo”, ma contemporaneamente ha sostenuto – sussurrandolo meno chiaramente – che le spese sarebbero appunto un po’ meno folli se andassero a finanziare un esercito europeo; il che, a ben guardare, è l’antitesi del primo postulato.
Infatti Conte ha affermato che i soldi sarebbero oggi buttati perché spesi – badate bene – “non per (un) progetto serio di difesa europea che consentirebbe di costruire un orizzonte di sicurezza anche con un risparmio di spesa” ma appunto per armare i singoli Paesi. Ma un questo modo l’obiettivo, sia pure sommessamente dichiarato, è quello della difesa comune di spinelliana memoria.
Come sempre, c’è appunto l’ipocrisia di dire una cosa e poi sostenerne anche un’altra, almeno per chi ha cercato di riempire la piazza in nome del pacifismo e della pace, soprattutto perché la costruzione di un esercito europeo è di là da venire, mentre ad oggi il rischio è davvero di un riarmo costoso ma parcellizzato e scoordinato.
Perfino Avvenire, sempre tanto critico con il governo quanto cauto nello spiegare ai suoi lettori la politica a triplo binario del Pd non fosse che per i voti contrastanti a Bruxelles dei suoi deputati, su questo tema si lascia andare a commenti positivi per Conte, novello Mosè del disarmo. La realtà è che – così come anche a destra – nella sinistra c’è una ancora più totale divergenza di opinioni, anche se si cerca di mascherarla con il collaudato collante dell’“opposizione a prescindere” al governo e alla Meloni.
Domanda secca, ma senza risposta chiara: i pentastellati allora sono o no d’accordo di spendere i fondi per costruire un esercito europeo?
Se la risposta ci fosse riusciremmo finalmente a capire a che cosa punti il M5s, dove ancora una volta Conte – vi ricordate la pandemia? – appare sempre alla disperata ricerca di consenso, fiutando l’aria per intercettare ragioni di esistenza e sopravvivenza politica e schierandosi dove tira il vento dei sondaggi.
Alla fine emerge anche l’aspetto divertente o tragicomico della manifestazione, visto l’attivismo di Rita De Crescenzo, la tiktoker “influencer” tra le più popolari e influenti d’Italia e capace (dice lei) di aver mobilitato per l’occasione migliaia di persone. A distanza di un paio di mesi dal “caso Roccaraso”, che ha fatto parlare di lei anche fuori dal social network, è apparsa infatti al corteo del Movimento 5 Stelle a Roma cercando a tutti i costi di farsi fotografare con Conte. Non ci è riuscita, ma – con un sapiente fotomontaggio – ha comunque pubblicato per i “follower” una foto (falsa) apparentemente insieme a lui annunciando per l’occasione che entrerà presto in politica.
In proposito ha ammesso di non essere mai andata a votare e di non avere idee chiare in merito, ma che accetterebbe comunque un posto da senatore candidandosi a diventare presto anche ministro del Turismo.
Dopo Di Maio agli Esteri tutto è possibile, e quindi aspettiamoci l’arrivo della De Crescenzo in casa 5 Stelle.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.