Walter Ricciardi, in un editoriale su Avvenire, ha espresso i suoi dubbi sui cambiamenti avuti dall’Italia al termine della pandemia di Covid nell’ambito della prevenzione. “Avevamo detto che non avremmo mai più ripetuto l’errore di farci trovare impreparati definanziando il sistema sanitario, unica garanzia di risposta adeguata e tempestiva. Stiamo invece ripetendo gli errori del passato”, ha scritto.
Il Professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva della Cattolica, in tal senso, punta il dito contro l’esecutivo di Giorgia Meloni. “La sanità non è una priorità per questo Governo e i finanziamenti dei prossimi anni saranno, se rapportati al Prodotto Interno Lordo, persino inferiori rispetto all’epoca prepandemica. Avevamo trattato il personale sanitario come eroi promettendogli eterna riconoscenza. Oggi si trovano tra i due fuochi di cittadini sempre più esigenti e aggressivi e politici che li abbandonano a loro stessi in una trincea infuocata con stipendi bassi e condizioni di lavoro sempre più difficili”.
Ricciardi: “Italia sta ripetendo errori del pre Covid”. Sanità e scienza
La sanità, secondo Walter Ricciardi, sta dunque compiendo numerosi nella gestione del post Covid. “Avevamo detto che la scienza sarebbe stata la base per tutte le decisioni concernenti la salute dei cittadini che vanno correttamente e tempestivamente informati e protetti attraverso strategie di prevenzione primaria e secondaria. Stiamo seguendo la strada della rassicurazione a tutti i costi e del deleterio paragone del Covid-19 con l’influenza stagionale, quando invece la contagiosità, la letalità e, soprattutto, le conseguenze a lungo termine del primo sono molto più gravi ed insidiose”.
L’esperto è dell’idea che non si possa abbassare la guardia. “In questo momento viaggiamo in ordine sparso con un fai da te deleterio e pericoloso, soprattutto nei luoghi più a rischio e cioè le scuole, le strutture sanitarie e le residenze sanitarie assistenziali. Le sottovarianti attualmente in circolazione non vanno sottovalutate. Il 40% della popolazione italiana ha una malattia cronica, il 20% ne ha almeno due. I cittadini vulnerabili sono pertanto milioni e vanno protetti”, ha concluso.