Il potenziamento e l’orientamento dei giovani e delle giovani per scegliere le discipline scientifiche sono e rimangono una priorità per il nostro Paese e, come previsto anche dalla legge 24 novembre 2023, si sta svolgendo la Seconda edizione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche con iniziative organizzate dalle varie Accademie in collaborazione con il Mur (Ministero università ricerca), che promuove e divulga attraverso i propri canali istituzionali e sociali le giornate realizzate per sensibilizzare e stimolare la scelta e l’apprendimento di queste discipline, necessarie a favorire l’innovazione e lo sviluppo del nostro Paese.
Le cd STEM – Science, Technology, Engineering e Mathematics – rappresentano, a seguito della rivoluzione tecnologica-digitale entrata a gamba tesa nel nostro quotidiano, il volano per lo sviluppo del tessuto economico, sociale culturale. Tale coinvolgimento, oggi, è assicurato anche grazie all’impegno delle singole Università nei progetti innovativi di formazione sulle discipline STEM, promossi dal finanziamento “STEM Università 2024” del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri tramite un Avviso pubblico finalizzato a incrementare anche le capacità di supporto e di orientamento dei docenti nella scelta del percorso di studio di studentesse e studenti.
Come detto, la Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche si pone l’obiettivo di stimolare la curiosità e la passione per le materie scientifiche nelle giovani generazioni, in ottica di crescita formativa e occupazionale degli studenti e delle studentesse che formeranno il tessuto sociale dell’Italia di domani. Peraltro, il Ministero ha in corso le iniziative della formazione superiore italiana nell’ambito di Expo Osaka 2025 che mette in evidenza la cooperazione internazionale nella ricerca e nell’istruzione superiore, un’azione centrale nella strategia del Ministero che punta al rafforzamento dell’immagine del sistema accademico italiano a livello globale.
In questo contesto è evidente il ruolo dei dottorati di ricerca, e come questi rappresentino un ponte tra il sapere accademico e il mondo del lavoro, valorizzando le tecnologie emergenti. Recentemente è stato attivato uno stanziamento totale a livello nazionale di 338 milioni di euro, 2.289 progetti presentati da 136 istituzioni e istituti di ricerca. Sono questi i numeri del Fondo Italiano per la Scienza (Fis 2), di cui il ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato le graduatorie di assegnazione.
Dal Cnr all’Istituto Nazionale Astrofisica, passando per l’Ingv, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Human Technopole, la Sissa di Trieste e tante altre realtà del nostro Paese, il fondo è pensato per ricercatori emergenti ed esperti sui principali ambiti di ricerca, dall’ingegneria alle scienze della vita.
E vero è, come affermato dalla ministra Anna Maria Bernini che non c’è futuro se non c’è ricerca e dobbiamo investire sulle nostre eccellenze e con contributi stabili che diano prospettive e certezza al lavoro dei nostri ricercatori. Il Ministero ha già previsto, per il biennio 2024-2025, la terza edizione del bando Fis con una dotazione di 475 milioni di euro e si possono presentare i progetti fino al 18 marzo.
Pragmaticamente non si può non considerare, a questo proposito, che la ricerca scientifica è in buona parte anche supportata dalle aziende di settore diverse: affrontare la ricerca all’interno della propria impresa significa acquisire benefici strutturali, metodologici e relazionali di notevole importanza per il lavoro.
Molte aziende italiane necessitano di innovazione e di input per migliorare non solo la propria produttività, ma anche il sistema di organizzazione interno ai dipendenti o ancora la modalità di comunicazione. Altre invece necessitano di nuovi strumenti per rendere più accessibili ed ergonomiche le aree di lavoro, stanno valutando come formare il proprio personale verso il cambiamento o sono alla ricerca di nuovi software che possano garantire performance competitive sul mercato. La collaborazione tra istituzioni e privato è dunque fondamentale.
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