Ricky Gianco, nome d’arte di Riccardo Sanna, è uno dei nomi più importanti della musica leggera e del cantautorato impegnato italiani a cavallo tra Novecento e nuovo millennio anche se oggi le nuove generazioni non lo conoscono: ma, in attesa di presentare il suo prossimo album, il 76enne cantante, chitarrista e produttore discografico originario di Lodi si è raccontato a “Il Giornale” in una lunga intervista in cui ne ha per tutti tra plagi, paternità delle canzoni, polemiche nientemeno che con George Harrison e una sconfinata galleria di aneddoti, a partire da quel nomignolo affibbiatogli da Adriano Celentano quando faceva ancora parte del suo Clan e non c’era ancora stata quell’incomprensione per “Pregherò” che Gianco sostiene gli sia stato “sottratto” in un certo senso proprio dal Molleggiato ma che lui ammette di essersi ripreso in qualche modo e che è pronto a mostrare in una versione sorprendente se non addirittura migliore. “Quando da giovane arrivai a Milano ero solo un ragazzino malato di rock’n’roll ma per fortuna incontrai le persone giuste: il primo ad aiutarmi fu Mike Bongiorno con qualche spezzone di programma e Carosello, poi toccò ad Adriano” racconta Gianco, ricordando la serata mentre si esibiva in un bar e Celentano che gli si avvicina facendogli una proposta. Da lì è cominciata davvero la sua carriera, costellata di perle quali appunto “Pregherò”, “Pietre”, “Un amore” e poi “Ora sei rimasta sola” e “Fango” che all’epoca furono dei simboli per gli artisti impegnati ma che ancora oggi suonano bene e sono capaci di fare breccia nei cuori dei giovani cantautori.
RICKY GIANCO, “CELENTANO MI RUBO’ UNA CANZONE: INVECE GEORGE HARRISON…”
Tuttavia, come accennato, è l’aneddotica il pezzo forte dell’intervista di Ricky Gianco a “il Giornale”, specie quando parla delle amicizie di una vita come quella con Gino Paoli (“Siamo sempre in sintonia”) e il compianto Fabrizio De André che aveva pure duettato con lui in un pezzo di un suo album. E parole al miele le ha pure per il Clan Celentano, ricordando come loro furono “il primo gruppo indipendente e con Adriano sono ancora in buoni rapporti anche se poi volle interpretare lui ‘Pregherò’…”. Passando alle dolenti note, invece, Gianco rievoca invece l’invito nel 1964 a suonare a Londra al Christmas Show dei Beatles: “Che emozione: Paul e John erano i leader ed erano pure simpatici mentre George aveva un’aria sarcastica e mi chiamò ‘Italiano pizza e mandolino’…” racconta Gianco che comunque nella diatriba tra Fab Four e Rolling Stones ammette di preferire sempre i primi. Su “Pietre” invece qualcuno l’ha accusato di aver plagiato “Raini Day Women” di Bob Dylan ma il cantautore lodigiano non ci sta e ribadisce di avere la coscienza tranquilla tanto che gli stessi avvocati del Menestrello ammisero che era tutto regolare. Infine, l’altro caso di plagio che Gianco ricorda è quello in cui sostiene di essere vittima. “Il ritornello di ‘Questo piccolo grande amore’ è copiato dalla mia ‘È impossibile’” attacca ma il tribunale gli ha dato torto e lui ha deciso di fare ricorso in Appello, spiegando che “tanto mi toccherebbe attendere ancora più di dieci anni”. E per il futuro? L’artista annuncia che la nuova raccolta di inediti conterrà nuove ballare e probabilmente una chicca: “Forse ci sarà, per la prima volta, la mia versione inedita di ‘Pregherò’: penso sia il momento di farla sentire…”.