QUOTE, IL PROBLEMA DELLA SOSTENIBILITÀ
In un articolo pubblicato su ilregno.it, viene ricordato, in tema di riforma pensioni, che “l’introduzione di un sistema di quote, che affianchi i canali di pensionamento tradizionali dei sistemi di welfare, ovvero la pensione anticipata e la pensione di vecchiaia, costituisce, al di là degli orientamenti politici (e partitici) il tentativo – pur sperimentale e a tempo determinato – di rispondere ai profondi mutamenti demografici, epidemiologici e culturali che caratterizzano la società italiana, e non solo”. Quindi Quota 100, “può rivelarsi anche un’espressione concreta di quella solidarietà intergenerazionale («ciò che conta») sempre più auspicata e necessaria nelle società moderne”. Resta il fatto, tuttavia, che “la copertura finanziaria deve essere assicurata («ciò che può essere contato»), per garantire pure l’equità intergenerazionale e non pesare poi sulle generazioni future, creando pericolosi vuoti di giustizia sociale”. Dunque sì alle quote, ma sempre avendo in mente la loro sostenibilità.
STOP AI TAGLI DEI VITALIZI AL SENATO
Il Movimento 5 Stelle aveva puntato molto sulla riforma pensioni riguardante i parlamentari. Ma sembra che, almeno per quanto riguarda il Senato, il taglio dei vitalizi dovrà essere protagonista di una “retromarcia”. Un articolo del Tempo segnala infatti che si dovrà dire addio ai “tagli ai vitalizi degli ex senatori. La decisione della Commissione Contenziosa di Palazzo Madama arriverà formalmente tra qualche settimana, ma secondo le indiscrezioni l’orientamento dei parlamentari-giudici sarebbe chiaro: la delibera dell’ufficio di presidenza, guidato dalla numero uno del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha imposto il ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni degli ex parlamentari, va annullata. Dovrebbe dunque essere cancellata la riduzione dei compensi mensili che è arrivata, in alcuni casi, anche all’80%, benché in media la nuova normativa abbia previsto una decurtazione dei vitalizi del 45%”. Non resta che attendere conferme di queste indiscrezioni riportate dal quotidiano romano.
RIFORMA PENSIONI, IL CUMULO CONTRIBUTIVO
Nel fare una panoramica sui requisiti pensionistici e sulla situazione previdenziale del 2020, Italpress ricorda che c’è la possibilità “del cumulo dei periodi assicurativi”, una delle misure di riforma pensioni introdotte nel 2016 con cui, “in sostanza, il lavoratore può unire la diversa contribuzione che abbia ottenuto con differenti gestioni previdenziali, purché non coincidano temporalmente (ovvero, non si sovrappongano) al fine di guadagnare il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia, per la pensione anticipata e anche per la pensione con quota 100, senza necessariamente dover ricorrere alla totalizzazione o alla ricongiunzione onerosa dei contributi, che potrebbero risultare molto più penalizzanti per il lavoratore. La legge prevede che il cumulo dei periodi contributivi sia disponibile anche con riferimento alle gestioni dei liberi professionisti”.
LA SITUAZIONE DELLE PARTITE IVA
Oltre a ricordare che il cumulo contributivo gratuito non è mai stato reso inutilizzabile per Opzione donna e l’ottava salvaguardia degli esodati, c’è da segnalare quanto messo in luce da Federcontribuenti a proposito di liberi professionisti: negli ultimi tre anni, sono scomparse tre milioni di Partite Iva. La Federazione italiana a tutela dei contribuenti e dei consumatori evidenza che “per i governi le Partite Iva sono solo bancomat al pari dei pensionati”. Quello delle Partite Iva è un tema importante, collegato a quello della riforma pensioni. Spiega infatti Federcontribuenti che le “Partite Iva pagano e sostengono le vostre pensioni e i vostri stipendi pubblici; e mantengono anche il reddito di cittadinanza”.