Riforma pensioni 2023/ Da gennaio improbabile cambiamento: troppi caos a cui pensare
La riforma pensioni del 2023 sta diventando una croce per gli italiani ma soprattutto per i politici. Dal 1° gennaio il ritorno alla Fornero è sempre più plausibile

La riforma pensioni per il 2023 non prospetta niente di buono. Se è pur vero che ci siamo cimentati in tantissime proposte, il nuovo Governo Meloni ha altre priorità a cui pensare: le conseguenze della guerra, il caro bolletta e i rincari globali che stanno mettendo in difficoltà tantissime famiglie italiane.
La previdenza sociale è un tema scottante, a dir poco importantissimo per i prossimi pensionati, ma in una situazione così altrettanto delicata, dobbiamo renderci conto che chiaramente le priorità si spostano su qualcos’altro di ancor più importante.
Riforma pensioni 2023: la verità sul da farsi
Se è pur vero che abbiamo affermato – sulle basi di quanto citato dai politici italiani – che dal 1° gennaio la riforma pensioni del 2023 potrebbe permettere l’uscita anticipata a 64 anni, dall’altro lato è anche vero che priorità a cui pensare oggi, sono ben più elevate della Legge sulla previdenza sociale.
Infatti, è difficile che nella prossima Legge di Bilancio si possa annotare una nuova riforma delle pensioni 2023. Questo perché prima di prorogare o mettere in atto una nuova modifica, è necessario controllare tutte le spese necessarie per affrontare questo cambiamento.
A dimostrazione di quanto detto, è la spesa che dovrà affrontare lo Stato italiano a fronte della nuova rivalutazione degli assegni pensionistici tenendo conto dell’inflazione. Nel primo trimestre del 2023 il costo potrebbe essere tra gli 8 e i 10 miliardi, per poi con la prossima legge di Bilancio, salire addirittura a ben 25 miliardi di euro per il prossimo triennio.
Dunque per affrontare una nuova riforma di previdenza sociale sarà indispensabile dover trovare nuove risorse. Risorse che al momento sarebbe impossibile o quasi, reperirle. Il motivo è sempre lo stesso: troppi rompicapo da risolvere a causa della guerra tra Ucraina e Russia.
Al Governo Meloni toccherà prima della riforma pensioni 2023, pensare obbligatoriamente all’aumento delle rendite vitalizie di chi esce dal mondo del lavoro. Attualmente anche Quota 41 non sembra una riforma possibile da attuare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA