RIFORMA PENSIONI 2023/ Schlein: superare rigidità Legge Fornero

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni 2023, Elly Schlein è la nuova Segretaria del Partito democratico e ha già esposte le sue idee in tema di previdenza

eletti pd massa Elly Schlein alla Direzione Pd (LaPresse, 2023)

IL PROGRAMMA SCHLEIN

Elly Schlein ha vinto le primarie del Partito democratico riuscendo a ribaltare il verdetto dei circoli. Su startmag.it è stato pubblicato un articolo in cui si ricordano i capisaldi del nuovo Segretario dem in tema di lavoro e pensioni. In particolare, sul fronte previdenziale, “la segretaria mette nero su bianco l’esigenza di superare la ‘rigidità della riforma Fornero’. A iniziare dalle ‘pensioni delle nuove generazioni, che spesso hanno carriere contributive discontinue e rischiano un futuro di povertà’. Garantendo una maggiore libertà di scelta dei lavoratori e delle lavoratrici, la nuova segretaria suggerisce propone di favorire una ‘staffetta generazionale’ tra lavoratori anziani e più giovani, tutelando in prima battuta ‘chi ha svolto lavori gravosi o usuranti’ e ‘chi è in condizione di difficoltà (rendendo strutturale Ape sociale)’ e ‘le donne (ripristinando e rendendo meno penalizzante Opzione donna, che il Governo Meloni ha fortemente indebolito)’.

LA “PROMESSA” DEL GOVERNO SULLE PENSIONI: PARLA BORGHI (LEGA)

Come già spiegato nel focus qui sotto, nel mese di marzo arriva il cedolino con l’adeguamento tanto atteso sul fronte rivalutazione delle pensioni: alla vigilia del terzo incontro fra Governo e sindacati sul tema complesso e complessivo della riforma pensioni 2023, ecco che il senatore della Lega Claudio Borghi rivendica la promessa mantenuta dal Governo Meloni in merito al tema della rivalutazione.

«Come vi avevo ricordato a marzo arriva l’adeguamento per tutte le pensioni che non l’avevano ancora avuto e verranno corrisposti anche gli arretrati», scrive sui social il parlamentare impegnato, con gli altri colleghi del Carroccio – a cominciare dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon – a mettere in piedi la proposta di una Quota 41 “allargata”. Restando però sulle rivalutazioni delle pensioni, conclude Borghi, «Più sale il valore assoluto dell’adeguamento della pensione più si riduce la %, però c’è». (agg. di Niccolò Magnani)

RIVALUTAZIONE, MA NON PER TUTTI

Sul sito del Sole 24 Ore viene ricordato che con il primo marzo arriveranno per tutti i pensionati la rivalutazioni degli assegni prevista nella Legge di bilancio. Tuttavia, “l’Inps ha ribadito che sono escluse dalla perequazione le prestazioni d’accompagnamento alla pensione come l’Ape sociale. Che non vengono rivalutate per tutta la loro durata”. Intanto Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, ricorda i traguardi raggiunti dal Governo Meloni nei suoi primi cento giorni di attività evidenziando che sono “merito di un programma fatto non di promesse irrealizzabili, ma di impegni seri per servire la Nazione che ci ha consentito nella ultima legge di Bilancio di prevedere molti interventi a favore delle famiglie, di aumentare sia le pensioni minime e sia l’assegno unico per le famiglie a basso reddito del 50 per cento. Mentre sul fronte delle imprese e dei lavoratori l’intervento più significativo è stato il taglio del cuneo fiscale. Insomma, altro che catastrofe con il centrodestra al governo gli italiani possono guardare al proprio futuro con maggiore speranza”.

IL TWEET DI ORLANDO

Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro, in un tweet scrive: “Le risorse (ingenti) per salvare le società di calcio si sono trovate. È incredibile che non si trovino quelle (si parla di 50 mln) per garantire Opzione donna alle stesse condizioni dello scorso anno.  #opzionedonnastessirequisiti”. L’esponente dem critica quindi il Governo per non aver ancora risolto il nodo relativo a Opzione donna. Intanto, come riporta Ansa, venerdì scorso si è tenuta a Cagliari una manifestazione contro  la guerra in Ucraina e la pace. Tra le persone che hanno preso la parola anche il Presidente della Tavola sarda della pace Paolo Pisu che ha detto: “Condanniamo la guerra del nuovo zar Putin, senza però dimenticare anche la Nato che abbaia vicino ai confini della Russia. Intanto si fanno ricchi i produttori di armi. Mancano invece i soldi per dare una mano a che riceve pensioni basse, alla scuola, alla sanità e al welfare”.

RIFORMA PENSIONI, L’IMPATTO DELL’INFLAZIONE

In un articolo pubblicato su lavoce.info, Paolo Giuliani evidenzia che l’inflazione non impatterà solo sui conti dell’Inps, visto che “quasi tutti gli enti di previdenza riconoscono l’adeguamento all’inflazione (generalmente l’indice Foi) per le pensioni che corrispondono. I meccanismi non sono omogenei: in alcuni casi l’adeguamento è in misura piena, in altri per scaglioni di reddito di pensione, in altri ancora con aliquota secca in base all’importo del trattamento erogato”. In ogni caso, “è prevedibile che l’inflazione avrà un impatto significativo sull’uscita per pensioni delle casse, ma il livello robusto dei patrimoni, nonostante l’andamento non favorevole dei mercati nel 2022, consentirà di sostenere le uscite”.

LA SITUAZIONE DELLE CASSE

In effetti, aggiunge il giurista, “da un esame delle proiezioni attuariali degli enti di maggior peso non emerge, almeno nel medio-lungo periodo, alcuna situazione di squilibrio”. Tuttavia, “nel caso in cui il fenomeno si stabilizzasse su livelli elevati anche per i prossimi anni e soprattutto se si avviasse una spirale recessiva con effetto sul livello dei redditi dei professionisti, non è escluso che alcune casse potrebbero essere costrette quanto meno ad aumentare le aliquote di prelievo, se non ad adottare riforme strutturali. E se si optasse per il metodo di calcolo contributivo, questo potrebbe comportare, anche se non nel breve periodo, un incremento dei trattamenti di pensione. Perché gli enti di previdenza dei professionisti non beneficiano di finanziamenti pubblici, ma devono le loro entrate unicamente ai contributi obbligatori versati dagli iscritti”.

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