Riforma pensioni 2023/ La rivalutazione pesa sulle tasse: quanto si pagherà?
La rivalutazione della riforma pensioni per il 2023, ma anche su quella attuale, inciderà parecchio sul totale da corrispondere. Ecco di quanto

Al di là di quale sarà la riforma pensioni del 2023 una cosa è certa, l’anno prossimo sul pagamento dei cedolino pensionistici, quel che peserà più di ogni cosa saranno le tasse basate sulla rivalutazione degli stessi. Ma cosa vuol dire? Di quanto penalizzeranno l’importo complessivo?
Chiamiamola come vogliamo, ma la decisione di rivalutare gli importi pensionistici, in alcuni casi possiamo dire che “graverà” in senso poco piacevole, sul totale. Questo perché più elevato sarà l’aumento, maggiori saranno le tasse da pagare.
Riforma pensioni 2023: in cosa consiste la rivalutazione
Poco importa quale sarà la riforma pensioni 2023, perché se volessimo tenere conto della rivalutazione, essa dipenderà soltanto dall’importo presente nel cedolino. Al momento, la Legge di Bilancio ha definito no tax area, la soglia massima di 8.500€.
Superata tale soglia, pur tenendo conto della rivalutazione ISTAT, il dato più influente sarà l’inflazione. Ipotizziamo che in Italia l’inflazione accertata sia proprio dell’8%. A tale numero, va sottratto il 2%, parte della rivalutazione già calcolata e trattenuta anticipata da ottobre 2022.
Quindi il numero reale post calcolo sarà del 6%, oppure meno sopra le 4 volte il trattamento minimo. Nel dettaglio, ecco tutte le regole da osservare per avere una panoramica più precisa:
- 100% Del tasso di rivalutazione entro le 4 volte il trattamento minimo;
- 90% Del tasso di rivalutazione tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
- 75% Del tasso di rivalutazione sopra le 5 volte il trattamento minimo;
Nel 2022, il valore del trattamento minimo è fissato a 524,34€, nonché 6.816,42€ l’anno. Se invece la rivalutazione fosse fatta all’8%, il minimo salirebbe a 566€.
La no tax area – per effetto della riforma fiscale – è fissata a 8.500€. In poche parole, coloro che percepiscono 654€ al mese di pensione, non dovranno temere l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, dato che l’assegno è esentasse.
Se invece l’aumento supererà tale soglia, allora la tassazione applicata sarà del 23% (fino a 15 mila euro annui), dopo l’IRPEF salirà al 25%.INPS
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