Riforma pensioni 2023/ Opziona Donna? Un disastro, il caso di una lavoratrice

- Danilo Aurilio

La riforma pensioni 2023 dovrebbe cambiare immediatamente l’Opzione Donna. Invece, lavoratrici come il caso di cui parleremo, si trovano in serie difficoltà

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La riforma pensioni 2023 ha portato delle novità non gradite alle giovani lavoratrici, che l’8 febbraio protesteranno dinnanzi al Palazzo Biagi, contro il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L’obiettivo? Riottenere la forma tradizionale opponendosi a quella “ibrida” rilasciata di recente dal Governo.

Visto che manca sempre meno alla possibilità di scegliere quando e se ripristinare l’Opzione Donna, abbiamo estrapolato dal sito pensionatipertutti, un caso critico di una signora che ha spiegato la situazione “disastrosa” in cui si è trovata a causa di questi cambiamenti.

Riforma pensioni 2023: il caso di una lavoratrice da 37 anni

La riforma pensioni del 2023 dovrebbe prevedere fin da subito, una manovra che possa sviare quei paletti che si potrebbero creare problemi. Un esempio? Il caso di cui vi parlavamo:

Ho quasi 59 anni e da 37 anni lavoro come assistente sociale in un servizio pubblico, quindi una professione faticosa e usurante da svolgere per altri anni. Sono madre di 3 figli, cresciuti da sola assieme a mio marito in quanto le nonne sono decedute prima che ci sposassimo. Essendo mio papà rimasto vedovo molto giovane, è piombato in una forte depressione che ha scatenato altri gravi problemi come il disturbo bipolare, tanto che l’ho seguito, come unica caregiver per 28 anni, aiutata anche dalla legge 104 in quanto portatore di handicap in situazione di gravità. Peccato che il papà sia recentemente deceduto a 88 anni a causa del Covid, quindi ora non sono più caregiver”.

E poi continua “Ma neppure posso contare sul secondo paletto inserito nella nuova opzione donna, che prevede di avere un’invalidità per le lavoratrici che soffrono di una riduzione della capacità lavorativa, riconosciuta dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o perchè a distanza di qualche anno dalla neoplasia che mi ha colpito e trattata oltre che chirurgicamente anche con chemioterapia, mi è stata diminuita“. Una situazione arrivata al paradosso.





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