LE PAROLE DI EBNER
La Cgil/Agb, come spiega il suo Segretario generale Alfred Ebner, non ha obiezioni sull’inserimento dei pensionati nel mondo del lavoro, soprattutto in questo momento particolare dove reperire manodopera è sempre più difficile”. Tuttavia, aggiunge, “la nostra priorità rimane comunque garantire a tutti pensioni dignitose”. Ebner, come riporta buongiornosuedtirol.it, evidenzia che occorre “anche creare le condizioni per salvaguardare l’efficienza fisica delle persone nell’arco di tutta la vita lavorativa”, ma avverte che “li lavoro dei pensionati non deve però essere un pretesto a dimostrazione che si può tranquillamente aumentare l’età pensionabile, anche perché non tutti i lavori sono uguali. A nostro avviso una prosecuzione deve rimanere sempre espressione di volontarietà. Va infine rivisto il sistema previdenziale contributivo affinché la volontarietà non venga dettata dalla necessità di riuscire a vivere dignitosamente nella terza età”.
CALDERONE RISPONDE AI SINDACATI SULLA PROSSIMA RIFORMA DELLE PENSIONI
Intervistata da “La Stampa” la Ministra del Lavoro Marina Calderone oltre che sottolineare l’impegno del Governo per sostituire uno strumento considerato «inutile» come il Reddito di Cittadinanza, prova a rispondere alle richieste dei sindacati circa la prossima riforma delle pensioni. «In 9 mesi di governo abbiamo tagliato fino a 7 punti percentuali il cuneo contributivo mettendo più soldi in tasca ai lavoratori», e in generale i risultati per cittadini e pensionati «si vedranno» come già possono farlo tutti coloro che con le azioni dell’esecutivo «possono meglio affrontare la spinta inflazionistica e il caro prezzi».
Di contro però una risposta univoca sulla riforma pensioni ancora non viene anticipata, sebbene il Governo – annuncia Calderone – stia lavorando attivamente per valutare anche con le parti sociali le prossime misure da inserire nella Manovra di fine anno. Secondo la Ministra «c’è una riflessione avviata all’interno del Governo» per capire quale misura tra le varie “Quote” possa essere adatta a modificare la legge Fornero (con l’obiettivo di abolirla entro la fine della Legislatura), «è ancora presto per annunciare i prossimi interventi che dovranno certamente tenere conto delle risorse necessarie per coprirli». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI TURCO (M5S)
Mario Turco, come riporta Ansa, evidenzia che con la delega fiscale che la maggioranza si appresta ad approvare, “la progressività diventa sempre più un miraggio e finisce per essere applicata solo ai lavoratori dipendenti e pensionati, i soli che oramai sostengono il gettito Irpef”. Il Senatore del Movimento 5 Stelle spiega anche che “viene annunciata la riduzione della pressione fiscale, ma in realtà non la si riduce neanche di un euro. Per rispettare l’invarianza finanziaria e ampliare le varie flat tax sarete costretti a tagliare lo stato sociale, come peraltro avete già fatto in legge di bilancio, escludendo i percettori del reddito di cittadinanza occupabili, non rivalutando le pensioni del ceto medio e riducendo la spesa sanitaria, dell’istruzione, della ricerca e degli investimenti rispetto al Pil”.”Per ridurre la pressione fiscale occorre che tutti paghino le tasse, recuperandole da chi non le paga, scoraggiando l’evasione, colpendo i grandi capitali e gli extraprofitti finanziari ed emergenziali, redistribuendo la ricchezza tra tutti”, sottolinea Turco.
LA POSIZIONE DELL’USB
Si sta parlando non poco del passaggio ad Assoprevidenza delle attività assegnate, dal Dl 124/2019, al Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, denominato Previdenza Italia. L’Usb “ribadisce che il sistema pensionistico deve essere pubblico, solidaristico, universale e pagato da una fiscalità progressiva che toglie al profitto e riporta a chi lavora; condannando inesorabilmente le lacrime di coccodrillo di chi oggi frigna per la foglia di fico caduta del tutto, mostrando un sistema che non crea pensioni per i lavoratori ma solo profitti per gli speculatori”. Intanto, come riporta loradibrindisi.it, il delegato regionale per il movimento politico Popolo Partite Iva-Unione italiana, Angelo Gabriele Pignatelli ricorda che “dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, tutti i beni di prima necessità hanno avuto aumenti tra il 35 e il 40%, e i più deboli non sanno più come fare per tirare avanti”. Dunque, occorre un “aumento immediato di tutte le pensioni minime a 1.000 euro, anche per gli invalidi”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO
Intervistato da Avvenire, Pasquale Tridico spiega che “dal 1996 abbiamo un modello contributivo che non restituisce pensioni adeguate nel 55% dei casi. Dobbiamo pensare a pensioni di garanzia e a strumenti come il riscatto gratuito della laurea. Anche il salario minimo può contribuire a salvaguardare le pensioni future. Il salario minimo è utile per le pensioni di domani: salirebbero del 10%. Ci sono troppi contratti collettivi non efficaci. Credo sempre nella contrattazione, ma sono troppi i contratti pirata e la loro inefficacia soprattutto nei servizi”. L’ex Presidente dell’Inps aggiunge poi che “le pensioni complementari possono servire a chi ha già un lavoro e una paga dignitosa. In Italia non sono decollate”.
LA SPINTA ALLA PENSIONE DI GARANZIA
Tridico evidenzia anche che “è giusto che ci sia anche una flessibilità in uscita. Bisognerebbe pensare a un pilastro di natura fiscale-assicurativa rivolto a tutti i cittadini: uno zoccolo di pensione universale, in questo modo si assegnerebbe anche una pensione di garanzia sulla base dei contributi. Poi a una larga fascia contributiva come oggi e a un terzo pilastro dove non solo i privati possano intervenire nelle pensioni complementari, ma anche lo Stato con politiche pubbliche che garantiscano i giovani e chi ha redditi bassi di integrare”. Dal suo punto di vista, inoltre, a livello contabile sarebbe meglio separare assistenza e previdenza, “ma a livello amministrativo e gestionale no. Sono state assorbite negli anni diverse Casse previdenziali con vantaggi di economia di scala”.
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