LE PAROLE DI DURIGON
La Fp Cgil sta valutando iniziative legali contro gli effetti dell’articolo 33 della Legge di bilancio che riduce le aliquote di rendimento pensionistico di alcuni dipendenti pubblici. “Per la prima volta, non era mai accaduto neanche con la Legge Monti-Fornero, si interviene sulle posizioni contributive maturate, con un provvedimento a forte rischio di incostituzionalità”, spiega il sindacato, che ricorda che eventuali iniziative legali saranno gratuite per gli iscritti. Intanto fa discutere la conferma della non cumulabilità delle Quote per gli anticipi pensionistici con redditi da lavoro, che ha portato, come reso noto da fatti di cronaca, a decisioni dell’Inps fortemente penalizzanti per i pensionati a fronte delle limitate cifre incassate per brevi lavori. Il Sole 24 Ore spiega che Claudio Durigon ha detto che il ministero del Lavoro, “in raccordo con gli altri attori istituzionali coinvolti e nel pieno rispetto dei vincoli di finanza pubblica, valuterà possibili interventi utili a superare le criticità sollevate”.
PENSIONI SCUOLA, LA PROPOSTA DI ANIEF SULL’USCITA ANTICIPATA
Non è una nuova proposta ma torna d’attualità ia possibilità di una riforma pensioni nel mondo scuola che preveda una uscita anticipata in caso di “burnout”: ne ha parlato il presidente del sindacato Anief Marcello Pacifico, come riporta “Scuola Informa”, lanciando un appello al Governo per «interventi ad hoc sull’uscita anticipata dal mondo del lavoro dei dipendenti della scuola». «L’inclusione delle professionalità scolastiche tra quelle gravose e che meritano l’anticipo pensionistico senza penalizzazione rappresenta un passaggio imprescindibile verso il risollevamento dell’istruzione italiana», spiega il responsabile Anief.
L’ipotesi prevede accorgimenti fiscali e finanziamenti mirati assieme alla riforma pensioni per il mondo scuola: la soglia dovrebbe scendere a 63 anni con possibilità per chi rimane di poter svolgere incarichi diversi dalla mera didattica. «È giunto il momento che il Ministero dell’Economia si attivi per certificare per i dipendenti della scuola il burnout», conclude Pacifico sottolineando come non tutti i lavori della Pubblica Amministrazione «possono essere trattati allo stesso modo. Ancora oggi, per esempio, il personale delle forze di polizia e delle forze armate può contare su delle agevolazioni, invece negate al personale scolastico». (agg. di Niccolò Magnani)
IL CONGUAGLIO SULL’ASSEGNO DI FEBBRAIO
Domani verranno pagate le pensioni di febbraio e la Uil Pensionati ricorda che alla fine dello scorso anno “è stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023 (Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps”. Di conseguenza, “se nel corso del 2023 sulla pensione sono state applicate mensilmente ritenute erariali in misura inferiore a quanto dovuto su base annua, l’Inps deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e di febbraio 2024, trattenendo il debito anche fino alla capienza totale dell’importo del rateo pensionistico in pagamento”. La Uilp evidenza anche che “le addizionali regionali e comunali vengono recuperate in 11 rate, da gennaio a novembre dell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Le somme conguagliate saranno certificate nella Certificazione Unica 2024”.
LE PAROLE DI GHIGLIONE E CIGNA
Commentando i recenti dati Inps sul Monitoraggio dei flussi di pensionamento, Lara Ghiglione evidenzia che esse confermano “una accentuata e costante penalizzazione delle donne”. Secondo la Segretaria confederale della Cgil, “per rimuovere le attuali disuguaglianze è necessario creare occupazione di qualità per le donne, quindi stabile e a tempo pieno, abbattere i divari retribuitivi e approvare una riforma complessiva dell’attuale sistema pensionistico, che riconosca le diverse condizioni delle persone, a partire da quelle di genere, e sani il gap dovuto a carriere discontinue e bassi salari, garantendo il riconoscimento del lavoro di cura prestato in ambito familiare, che, purtroppo, anche a causa degli scarsi investimenti in welfare, è ancora quasi esclusivamente a carico delle donne”. Il responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna, ricorda anche che “’Quota 103’ è una misura praticamente inutile che riguarderà solo gli uomini”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI NEVI
Ospite della trasmissione “Restart” in onda su Rai 3, Raffaele Nevi ha detto che “bisogna fare la riforma strutturale delle pensioni una volta per tutte, perché il sistema deve essere in equilibrio”. Come riporta Agenzia Nova, il vicepresidente vicario del gruppo alla Camera e portavoce di Forza Italia ha evidenziato che “natalità e lavoratori attivi, ossia quelli che contribuiscono a sostenere il sistema pensionistico sono fattori che incidono direttamente sulla sostenibilità del sistema”. Dal suo punto di vista, quindi, è necessario “mettere in sicurezza il sistema perché il discorso è serio e non si risolve con nuove tasse o imposte sulle pensioni più alte”. Una strada, quest’ultima, indirettamente suggerita la scorsa settimana dall’Ocse.
LE PAROLE DI LILLA PARCO E BATTAGLIA
Intanto, come riporta riminitoday.it, Francesca Lilla Parco di Cgil Rimini e Roberto Battaglia di Spi Cgil Rimini ricorda che dal primo gennaio 2024 sono entrati in vigore i nuovi scaglioni dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef), ma “il nuovo meccanismo suscita preoccupazione per gli effetti sui redditi da pensione e da lavoro dipendente. La progressività fiscale della tassazione, infatti, rischia di essere lentamente ma inesorabilmente compromessa, facendo la fine della ‘rana bollita’ – per dirla con Noam Chomsky”. Secondo i sindacalisti, “l’appiattimento degli scaglioni e delle aliquote sembra orientarsi verso la cosiddetta ‘flat tax'”, ma “forse prima che di tassa piatta o condoni, in questo Paese sarebbe ora di parlare di giustizia fiscale; dato che a pagare di più sono sempre dipendenti e pensionati”.
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