Riforma pensioni 2025, sono interessanti i dati contenuti nel report dell’Istat sull’età di accesso alla quiescenza
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI ISTAT
Il Report dell’Istat su “Pensione e partecipazione al mercato del lavoro dei 50-74enni” diffuso la scorsa settimana contiene dei dati interessanti. Uno di questi, ricordati dal Sole 24 Ore, riguarda il fatto che se prima del 2009 vi era un’incidenza delle persone andate in pensione prima dei 60 anni che era intorno al 90%, nel 2023 si è arrivati a un valore di poco superiore al 10%. A incidere in modo forte su questa dinamica è stata la riforma delle pensioni del 2011, che ha alzato le soglie per l’accesso alla quiescenza sostanzialmente per tutti. Considerando che poi si è arrivati al sistema delle Quote, che prevedono età minime superiori ai 60 anni, si capisce come il trend non sia destinato a invertirsi.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI MACRON
Sarà interessante seguire l’andamento dell’età di ricezione della prima pensione che in Italia è pari a 61,4 anni, in linea con la media europea (61,3 anni), ma che potrebbe aumentare in virtù dei paletti che sono stati via via posti all’accesso alle forme di pensionamento anticipato che hanno fatto scendere nel corso del tempo il numero di beneficiari. Intanto va registrata la recente dichiarazioni di Emmanuel Macron, che ha escluso la possibilità di un referendum sulla riforma delle pensioni attuata in Francia. Il Presidente francese ha anche detto alla Segretaria generale della Cgt Sophie Binet che tornare al pensionamento a 60 anni costerebbe 28 miliardi di euro l’anno, una cifra che il Paese non può permettersi.
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