RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI INPS
Continuano a far discutere i dati relativi al monitoraggio dei flussi di pensionamento forniti dall’Inps. La Uil Pubblica Amministrazione, infatti, fa notare che, confrontando i primi tre mesi del 2025 con quelli del 2024, c’è stato un calo significativo dei pensionamenti anticipati dei dipendenti pubblici. A giudizio del sindacato, ciò è dovuto in massima parte alle penalizzazioni che sono state introdotte dal Governo Meloni che hanno di fatto scoraggiato il pensionamento prima dei 67 anni (si pensi solo al ricalcolo contributivo dell’assegno previsto per Quota 103), ma non va nemmeno trascurato il fatto che gli importi delle pensioni anticipate continuano a diminuire e dunque prevale la preferenza a restare al lavoro.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI BRAMBILLA
Se questa lettura è corretta, la diminuzione dei pensionamenti anticipati nella Pubblica amministrazione dovrebbe proseguire. Una conferma la si potrà avere dai prossimi dati Inps relativi al secondo trimestre dell’anno. Intanto il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, ricorda come ci sarebbe bisogno di un intervento per incentivare la previdenza complementare visto che nel 2007 e nel 2015 vi sono stati dei provvedimenti peggiorativi della stessa, a partire dall’aumento della tassazione sui rendimenti realizzati dai fondi. L’attuale Esecutivo intende agevolare lo sviluppo della previdenza complementare, ma occorrerà reperire le risorse necessarie a farlo.
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