Riforma pensioni 2025, i dati contenuti nel Rapporto annuale Istat e nell’Osservatorio Inps sui dipendenti pubblici
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI DEL RAPPORTO ISTAT
Nel Rapporto annuale dell’Istat pubblicato ieri si legge, tra le altre cose, che nel bilancio pubblico dello scorso anno si è potuta registrare una diminuzione delle uscite, ma che all’interno di quest’ultime sono aumentate le spese per prestazioni sociali in denaro, che comprendono anche le pensioni, e che hanno raggiunto i 446 miliardi di euro, anche per via dell’indicizzazione degli assegni.
Per quanto riguarda le prestazioni previdenziali in denaro, la spesa complessiva è stata di 400,4 miliardi di euro, di cui l’83,9% (336 miliardi) per pensioni e rendite. La seconda voce più corposa è stata quella relativa agli assegni familiari (20,7 miliardi), davanti alle liquidazioni di fine rapporto di lavoro (18,6 miliardi).
RIFORMA PENSIONI 2025, I PENSIONAMENTI NEL PUBBLICO IMPIEGO
Intanto Il Sole 24 Ore evidenzia che nel pubblico impiego sembra esserci stata una frenata dei pensionamenti, dal momento che al 1° gennaio 2025 c’è stato un aumento solo dello 0,6% degli assegni pensionistici versati ai dipendenti pubblici, mentre un anno prima l’incremento era stato dello 0,9%.
Inoltre, i trattamenti liquidati nel 2024 hanno subito una contrazione dello 0,1% rispetto a quelli del 2023. In base ai dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni dei dipendenti pubblici, l’importo medio delle stesse è pari a poco più di 2.230 euro al mese, con differenze però notevoli a seconda del comparto di appartenenza: per la cassa dei sanitari, infatti, si sfiorano i 5.190 euro, mentre per gli insegnanti di asilo e scuole elementari si arriva a 1.520 euro.
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