RIFORMA PENSIONI 2025, LA NOVITÀ SUI VERSAMENTI VOLONTARI
Dall’Inps arriva un’importante novità per quanti, disoccupati, lavoratori part-time o in aspettativa retribuita, vogliano versare contributi volontari in modo da “potenziare” la propria posizione contributiva (si in termini di anzianità che di montante). In particolare, sono stati aggiornate lo soglie minime in base all’inflazione, che diventano così pari a 4.141 euro per una lavoratore dipendente e a 6.133,04 per gli autonomi iscritti alla Gestione separata. Per poter effettuare i versamenti contributivi volontari occorre presentare domanda all’Inps. Intanto Il Messaggero ha diffuso alcune simulazioni relative all’importo dell’assegno pensionistico che si avrebbe con un reddito pari a 1.500 euro lordi mensili (19.500 euro lordi annui).
RIFORMA PENSIONI 2025, LE SIMULAZIONI SULL’INTEGRAZIONE DELLA PENSIONE
Dopo 20 anni di contribuzione (che è la soglia minima per accedere alle pensione di vecchiaia a 67 anni) si otterrebbe una pensione di circa 647 euro al mese. Con 30 anni di contributi, l’importo salirebbe a 950 euro mensili, mentre con 40 anni di versamenti si potrebbero sfiorare i 1.250 euro al mese. Si tratta ovviamente di calcoli che eseguiti tra qualche anno potrebbero portare a esiti diversi, ma sono comunque utili per prendere coscienza della necessità di ricorrere alla previdenza complementare. Infatti, secondo le simulazioni di Andrea Carbone per L’Economia, inserto del Corriere della Sera, un 30enne destinando il Tfr a un fondo prevalentemente azionario potrebbe riuscire a integrare la pensione in modo che corrisponda all’importo dello stipendio.
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