Riforma pensioni 2025, per alcuni lavoratori gli assegni si prospettano bassi. Oltretutto sulla spesa per la previdenza incombe una minaccia
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI RAITANO
In un workshop internazionale organizzato dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari, Michele Raitano ha ricordato come oggi chi inizia a lavorare con salari bassi rischia di restare in tale condizione per tutta la vita lavorativa, con conseguenze negative sul futuro trattamento pensionistico, alla luce anche del sistema contributivo. Come riporta giornaledipuglia.com, secondo il direttore del Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università La Sapienza di Roma occorrerebbe prevedere un trattamento minimo per quanti hanno versato per molti anni di contributi, ma di importo esiguo per via dei salari bassi o dell’orario di lavoro (part-time) con cui sono stati impiegati: una situazione che riguarda in particolare le donne.
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI SUL LAVORO DOMESTICO
In questo senso dal report Inps sul lavoro domestico presentato mercoledì emerge che per la maggior parte delle colf le future pensioni si aggirano intorno ai 200-300 al mese. E le donne rappresentano l’89% della forza lavoro nell’ambito domestico. Bisognerà, quindi, cercare di affrontare questo problema che rischia di aggravarsi nei prossimi anni senza un qualche tipo di intervento che possa tentare di essere risolutivo. Intanto il capo delegazione della Lega al Parlamento europeo Paolo Borchia ricorda che aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil come vorrebbe la Nato per l’Italia vorrebbero dire trovare 66 miliardi di euro all’anno attraverso tagli alla spesa sociale, tra cui quella destinata alle pensioni.
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