RIFORMA PENSIONI 2025, LA PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano, in un articolo pubblicato su Left invoca un intervento della politica per evitare che dal 2027 scatti l’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita. Dal suo punto di vista, inoltre, non ha senso basarsi sull’aspettativa di vita media quando essa dipende anche dal tipo di attività svolta. Di fatto, secondo l’ex ministro del Lavoro, un professore ha buone probabilità di vivere più a lungo di un operaio e dunque è iniquo prevedere un aumento dei requisiti pensionistici uguale per tutti. Anzi, tramite i coefficienti di trasformazione il sistema pensionistico appare già equilibrato senza che vi sia la necessità di allungare la permanenza nel mercato del lavoro per chi è più avanti negli anni.
RIFROMA PENSIONI 2025, IL DECRETO ALLO STUDIO DEL GOVERNO
E a quanto pare il Governo sarebbe già pronto a un intervento per evitare l’aumento dei requisiti pensionistici. Secondo quanto riporta Repubblica, infatti, la misura potrebbe essere introdotta in un nuovo Decreto Primo maggio e, stando a quanto dichiarato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, dovrebbe costare 200 milioni di euro. Una cifra di molto inferiore ai 4 miliardi di euro di cui si era parlato nei mesi scorsi. Per questo il quotidiano romano, che ha interpellato il responsabile politiche previdenziali della Cgil Ezio Cigna, ipotizza che l’intervento riguardi la salvaguardia dei 44mila possibili esodati che il sindacato guidato da Maurizio Landini aveva indicato una decina di giorni fa.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.