RIFORMA PENSIONI/ Uil: da commissione lavori gravosi un aiuto alla flessibilità

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, le parole di Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo riguardo il documento della Commissione tecnica sui lavori gravosi

Pensioni_Fornero_Cartello_Lapresse Pensioni, protesta contro la Riforma Fornero (Lapresse)

UIL SU RIFORMA PENSIONI E RIFORMA FISCALE

Secondo Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo, il documento approvato dalla commissione istituzionale sui lavori gravosi “è un importantissimo contributo per orientare le scelte che devono essere intraprese nella prossima legge di bilancio per definire una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione intorno a 62 anni”. Anche perché, evidenziano il Segretario confederale della Uil e il Segretario generale della Uilp, “nel documento sono state individuate 31 categorie incrociando con criteri scientifici indici statistici forniti da Inps, Inail ed Istat che valutano l’onerosità fisica e psicosociale delle mansioni oltre che gli indici legati agli infortuni ed incidenti sul lavoro. Un documento arricchito anche da una valutazione sulla iniquità, più volte denunciata dalla Uil, dell’automatismo sull’incremento dell’età pensionabile”. Proietti, insieme a Gianna Fracassi (Cgil) e Giulio Romani (Cisl), evidenzia anche la necessità di “una razionalizzazione del prelievo Irpef, che oggi penalizza i redditi medi e bassi, soprattutto di lavoratori e pensionati, che hanno sempre pagato e continuano a pagare fino all’ultimo centesimo di tasse”.

LA POSIZIONE DELLA CISL SUI LAVORI GRAVOSI

“L’approfondito lavoro della Commissione prende in considerazione dati Inps, Inail e Istat, oltre a indicatori di molti studi scientifici su livello di infortuni e malattie professionali, onerosità ergonomica e carico psicosociale nelle varie professioni, confermando quanto da sempre sostenuto dalla Cisl circa la necessità di prestare particolare attenzione” ai lavori più faticosi. Così il sindacato di via Po, come riporta Radiocor, commenta il documento della Commissione istituzionale di studio sui lavori gravosi. Secondo la Cisl le istanze contenute nella piattaforma unitaria sindacale sulla riforma delle pensioni “per l’accesso alla pensione a partire dai 62 anni, così come la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età per chi ha iniziato a lavorare in giovane età, si confermano ancora una volta attuali”. Vedremo quali conclusioni trarrà il Governo dal documento messo a punto dalla Commissione. Probabilmente lo si capirà in un prossimo incontro tra esecutivo e sindacati sulla previdenza.

CODACONS: NO PENSIONE A CHI NON SI VACCINA

Il Codacons chiede di sospendere l’erogazione Reddito di cittadinanza e pensione per chi rifiuta di vaccinarsi contro il Covid. “Di fatto l’esecutivo ha introdotto l’obbligo della vaccinazione per i lavoratori, prevedendo la sospensione dello stipendio per chi non si vaccina. Lo stesso principio va adesso applicato sia a chi percepisce il reddito di cittadinanza, sia ai pensionati, istituendo la sospensione del sussidio voluto dal M5S nei confronti degli aventi diritto che risultino non vaccinati, e la sospensione della pensione per quegli anziani che rifiutano la vaccinazione. In quest’ultimo caso si avrebbe il vantaggio aggiuntivo di proteggere una categoria fragile all’interno della quale si registrano ancora forti opposizioni al vaccino”, spiega il Presidente Carlo Rienzi. L’Inps ha appena ricordato, come riporta La Provincia di Cremona, “che nel mese di agosto 2021, i nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) sono stati oltre 1,22 milioni, mentre i percettori di Pensione di Cittadinanza (PdC) sono stati quasi 135mila, per un totale di quasi 1,36 milioni di nuclei e oltre 3 milioni di persone coinvolte”.

QUOTA 100 E LEGGE FORNERO, LEGA VS FELTRI

La Lega attacca Vittorio Feltri, noto giornalista capolista di Fratelli d’Italia alle comunali di Milano, per le sue dichiarazioni in tema di riforma pensioni: “(Salvini) continua a rompere le scatole su Quota 100, su cui secondo me aveva ragione la Fornero”. Come riporta milanotoday.it, il deputato del Carroccio milanese Igor Iezzi ha subito replicato: Feltri “non solo insulta il centrodestra, ma addirittura dice di preferire la legge Fornero a Quota 100. Roba da matti. Immagino il sorrisino di Sala, che gongolerà per tutto questo, ma Giorgia Meloni che ne pensa del suo candidato capolista a Milano?”. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha invece detto: “Dopo aver screditato il centrodestra, ora il capolista di Fdi a Milano dichiara addirittura in un’intervista di preferire la legge Fornero a Quota 100. Anche Fdi la pensa come Feltri e ha nostalgia delle ricette ‘lacrime e sangue’ di Mario Monti?”. Vedremo se dal partito di Giorgia Meloni arriveranno commenti.

RIFORMA PENSIONI, 207 MANSIONI CONSIDERATE PIÙ GRAVOSE

La commissione tecnica sui lavori gravosi ha prodotto un documento che, come spiega Roberto Ghiselli, “rispetto alle 65 mansioni attualmente previsti per l’Ape, elencate dalla norma in 15 codici Istat”, contiene un totale di 207 mansioni considerate più gravose. Fra queste vi sono anche mansioni inserite perché simili a quelle già previste come gravosi nell’Ape. Noi crediamo che questo elenco sia una buona base di partenza, da ricomprendere fra i lavori gravosi, a cui garantire migliori condizioni di accesso alla pensione”. Intervistato da pensionipertutti.it, il Segretario confederale della Cgil evidenzia che “l’elenco verrà consegnato al Governo e, ci auguriamo anche al confronto sindacale”, che ancora non si sa quando riprenderà.

LE PAROLE DI GHISELLI

Il documento messo a punto dalla commissione, aggiunge il sindacalista, “contiene soprattutto l’analisi delle diverse professioni classificate dall’Istat e ne ha determinato il grado di gravosità sulla base di indicatori che considerano la frequenza degli infortuni e delle malattie professionali. In questo modo sarà possibile, se ci fosse la volontà politica del Governo, di estendere i benefici per i lavori più gravosi che attualmente vengono garantite a pochissimi lavoratori”. Entrando più nello specifico, Ghiselli spiega che “nei primissimi posti vi sono molte categorie operaie, e poi conduttori di mezzi, operatori sanitari e assistenti alle persone. I criteri oggettivi utilizzati stanno facendo emergere un quadro abbastanza obiettivo, anche se poi alcuni approfondimenti andranno comunque fatti”.

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