Riforma pensioni/ Contratto espansione in Manovra: uscita 5 anni in anticipo

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, le novità in Manovra 2021: ok all'emendamento sullo scivolo nel contratto di espansione delle imprese sopra i 250 dipendenti

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I DETTAGLI DEL CONTRATTO DI ESPANSIONE

Emergono diversi altri dettagli circa la norma che entrerà in Manovra di Bilancio dopo l’ok all’emendamento della Lega sul contratto di espansione: i lavoratori dipendenti che lo vorranno potranno accedere alle pensioni con 5 anni di anticipo rispetto ai tempi della normale riforma Fornero tutt’ora attiva (la pensione di vecchiaia, ndr). «Le imprese con almeno 250 dipendenti, potranno far uscire lavoratori, con il loro ok, a 5 anni dalla pensione di vecchiaia, con il requisito minimo contributivo, o anticipata», spiega l’emendamento approvato, sottolineando come il datore di lavoro pagherà per l’intero scivolo previsto l’indennità. Da ultimo, per le aziende con almeno 500 addetti «c’è la possibilità di attivare altre 18 settimane di cassa integrazione, con una riduzione dell’orario fino al 30%». (agg. di Niccolò Magnani)

MANOVRA & PENSIONI, LA NOVITÀ SULLE IMPRESE

Nella discussione in Commissione Bilancio alla Camera è stato approvato l’emendamento alla Manovra di Bilancio a firma Lega che estende il contratto di espansione alle imprese sopra i 250 dipendenti: in sostanza, prima di questa modifica lo scivolo per le pensioni previsto dal contratto era possibile solo oltre i 500 dipendenti. Ora invece, dopo l’ok della commissione alla proposta della Lega si avrà uno sciocco per l’uscita fino a 60 mesi e la cassa integrazione con formazione riqualificante. «Sarà uno strumento fondamentale a partire dal 31 marzo quando scadrà il divieto di licenziamenti», è il commento del tesorerie e parlamentare della Lega Giulio Centemero. Il pacchetto di norme diverse dal testo di base è stato poi aggiunto alla novità dell’anno bianco fiscale per tutti i lavoratori autonomi e P. Iva. In attesa invece di una riforma pensioni più strutturata nei prossimi mesi, si confermano come già noto la proroga di Opzione Donna e Ape Social. (agg. di Niccolò Magnani)

PENSIONI, ANTICIPO TFR: COSA SUCCEDE

Nella rubrica “Esperto Pensioni” a cura della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su Repubblica.it viene posta da un lettore una complessa situazione tuttora in corso di aggiornamento da parte del Governo e riguarda l’anticipo del TFR per i pensionati della riforma Quota 100: «non trovo da nessuna parte notizie, per quanto concerne l’anticipo del TFR per pensionati quota 100, sulle banche, pochissime (sic!), che avevano aderito all’accordo e che ora lo stanno revocando. Potete dare delle informazioni in merito. Cosa c’è che non va?», chiede il lettore, con i Consulenti del Lavoro che riportano le ultime novità dall’Inps. Con la circolare 134 del 25 novembre vengono normati tutti i casi richiesti sul tema anticipo TFR, in particolare: vengono fornite indicazioni operative utili, come ad esempio lo spiegare come vengono erogati gli anticipi previsti dal Dl 4/2019 da parte delle banche e degli intermediari finanziari che aderiscono all’accodo quadro approvato con Dpcm 19 agosto 2020. A questo indirizzo è inoltre possibile trovare maggiori informazioni circa la richiesta tutt’altro che secondaria come quella posta dal lettore.

RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTE DELL’APIA

Come spiega italiachiamaitalia.it, l’Associazione pensionati italiani Albania (Apia) insieme a alla “Progresso World” hanno dato vita a una proposta legislativa, sostenuta anche dal Movimento delle Libertà, per “fare in modo che nel Paese delle aquile venga riconosciuto, per i pensionati provenienti dall’estero, lo status di pensionato che costituisce elemento essenziale per poter ottenere il permesso di soggiorno e premessa per acquisire la residenza fiscale in Albania”. L’aspetto più interessante della proposta è che essa “prevede che per i pensionati provenienti dall’estero, la pensione sia riconosciuta come fonte di reddito e di sostentamento”.

L’AGEVOLAZIONE FISCALE

“Sulla base di ciò, i pensionati esteri potranno divenire, a tutti gli effetti, contribuenti per il fisco albanese e saranno ivi sottoposti ad imposizione. I criteri impositivi, saranno improntati alla progressività. In estrema sintesi: per pensioni fino a 1.000 euro, imposta sarà dell’1%; per pensioni oltre i 2.000 euro, l’imposta salirà al 2%. Tale misura avrà effetto per 10 anni e potrà essere prorogabile”. “Si ritiene che tale innovazione legislativa potrà permetter benefici reciproci – per i pensionati e lo Stato albanese – e contribuire a stimolare la creazione di ricchezza e di posti di lavoro”, ha detto Carmine Iampietro, Presidente dell’Apia. Non bisogna poi dimenticare che il costo della vista in Albania è molto più basso che in Italia e questo rappresenterebbe un ulteriore vantaggio per i pensionati italiani, oltre al fatto che vi sono località costiere molto belle nel Paese delle aquile.







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