RIFORMA PENSIONI 2024/ Il taglio del fisco sugli assegni rischia di essere a scadenza

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni 2024, le parole di Bruno Carrà, coordinatore area salute e sicurezza della Camera del lavoro di Piacenza

Cgil Bandiere Ansa1280 640x300.jpeg Manifestanti della Cgil (Ansa)

LE PAROLE DI CARRÀ

Come riporta piacenzasera.it, Bruno Carrà, coordinatore area salute e sicurezza della Camera del lavoro di Piacenza, evidenzia che “tra i primi problemi nell’agenda del nostro Paese rimangono ben attuali la questione dei salari che devono aumentare per avere un lavoro dignitoso, come quella fiscale dove non si è ridotto il peso impositivo di stipendi e pensioni in maniera strutturale ma solo in modo temporale né tantomeno si combatte l’evasione fiscale, anzi, il Governo va prefigurando proposte che vanno nella direzione di meno progressività, equità ed uguaglianza, di minor contrasto all’infedeltà fiscale, mettendo meno risorse per l’intero welfare pubblico, senza dimenticare i rinnovi dei contratti che da troppo tempo aspettano la loro ordinaria dilazione”. La deputata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, come riporta Agenzia Vista, ricorda invece che “in Europa la Meloni fallisce insieme a Giorgetti sul Patto di Stabilità, ottenendo un patto che ci costerà 12 miliardi di nuovi tagli all’anno su scuola, sanità e pensioni”.

FOCUS SULLA RIFORMA PENSIONI APE SOCIAL: COSA CAMBIA DAL 2024

Tra i vari interventi di riforma pensioni inseriti nell’ultima Manovra di Bilancio 2024 è stata confermata anche per l’anno appena cominciato l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico dell’INPS a tutti i lavoratori richiedenti che abbiano maturati i requisiti prefissati. Nello specifico, la riforma dell’Ape Sociale prevede che alcune categorie di lavoratori (gravosi e non solo) possano anticipare l’uscita dal lavoro, se con già 63 anni compiuti e senza pensione diretta già in possesso.

Nella Manovra il Governo ha aumentato l’età minima per l’accesso all’Ape Sociale: 63 anni e 5 mesi, di fatto un rialzo di 150 giorni rispetto alla precedente normativa: nell’Ape Sociale viene poi integrata anche Opzione donna mentre sul fronte cumulo la prestazione pensionistica sarà di fatto «cumulabile solo con redditi da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro annui». (agg. di Niccolò Magnani)

LE PAROLE DI ZAMBITO

Come riporta pisanews.net, Ylenia Zambito, Senatrice del Partito democratico, a proposito della Legge di bilancio spiega che “anche dal punto di vista delle pensioni non ci siamo. Il Pd aveva proposto di abolire l’articolo 33 che taglia le pensioni di medici e di altre categorie di dipendenti pubblici, perché il rischio è quello di una fuga verso la pensione che sarebbe un disastro per la sanità. Sono 5.200 i medici che hanno già raggiunto 67 anni e che, entro il 30 novembre, devono decidere se lasciare il lavoro; e altri 18 mila hanno tra 62 e 67 anni. Abbiamo chiesto di ripristinare l’Ape sociale e Opzione donna così come erano fino al 2022 e una pensione di garanzia per chi sta totalmente nel contributivo, ma abbiamo trovato solo portoni chiusi”. Giudizio negativo sulla manovra arriva anche, come riporta canale74.it, dal Segretario generale della Cgil di Ragusa, Peppe Scifo, che evidenzia come non si preveda “alcuna misura strutturale per far crescere il potere d’acquisto di salari e pensioni”.

LE PAROLE DI FUGATTI

Intervistato da iltquotidiano.it, Maurizio Fugatti spiega che “i giovani d’oggi che ritardano la decisione di fare figli sono quelli che paradossalmente saranno i più penalizzati da questa scelta”. Secondo il Presidente del Trentino-Alto Adige, infatti, “che una coppia del giorno d’oggi decida di costruirsi una famiglia in età più avanzata è anche positivo, fa parte di una certa emancipazione. Ma è altrettanto negativo: chi pagherà le loro pensioni?”. Ma la soluzione a questo problema non può consistere nell’aumentare il numero di immigrati. Per Fugatti, infatti, “un conto sono quelli che entrano sul territorio dentro le quote stabilite e gestite a livello nazionale, altra cosa dare lavoro a chi arriva in Italia e in Trentino in modo irregolare. Ma comunque non mescoliamo le cose, non si dica che per contrastare la denatalità si deve aprire ai migranti”. Da parte sua, la Giunta intende migliorare le politiche di conciliazione lavoro-famiglia.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BORGHI

Enrico Borghi, Presidente del gruppo di Italia Viva-Il Centro-Renew Europe al Senato, critica la Legge di bilancio approvata a fine 2023 dal Parlamento, evidenziando che “avevano detto che non avrebbero messo le mani nelle tasche degli italiani e avrebbero abolito la legge Fornero. È finita con 10 nuove tasse in più in legge di Bilancio e il peggioramento delle pensioni“. Il Senatore del partito di Matteo Renzi sottolinea anche che “se hanno raschiato il fondo del barile quest’anno, che potevano sforare al 4,3% del deficit, c’è da chiedersi cosa accadrà quando per effetto del nuovo Patto di stabilità, definito con Giorgetti spettatore via zoom, dovremo stare dentro il disavanzo, sotto l’1,5% del Pil”.

LE PRIORITÀ RICORDATE DA TAJANI

Intervistato da affaritaliani.it, Antonio Tajani spiega che nel nuovo anno “il primo impegno è rispettare il patto sottoscritto con gli elettori da Silvio Berlusconi. Ecco perché ci batteremo per continuare a ridurre la pressione fiscale, per aumentare le pensioni minime, per fare le riforme di cui l’Italia ha bisogno. La giustizia giusta continua a rimanere una priorità. Ma serve non solo la separazione delle carriere ma anche quella della giustizia civile. 3 milioni di cause bloccate provocano un danno del 3% al Pil”. Il Segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri sottolinea anche che “ci batteremo col Ppe per una riforma dei trattati che chiuda la stagione del voto all’unanimità. Così come lavoreremo per una politica estera e di difesa con un esercito comune. E poi unione bancaria, armonizzazione fiscale contro i paradisi fiscali”.

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