Riforma Sanità Lombardia/ Cosa cambia: medici di base, case comunità, rete territorio
Lombardia, approvata la riforma della sanità a firma Moratti: ok Consiglio Regionale, cosa e come cambia. Medicina territorio, rete, ambulatori, case comunità

Con 48 voti a favore e 26 contrari è stata approvata definitivamente la nuova riforma della Sanità in Regione Lombardia: il testo a firma Letizia Moratti (vicepresidente e assessore al Welfare Sanità) che rivoluziona la sanità lombarda dopo i due anni terribili di pandemia Covid-19 ha visto il via libera del consiglio regionale dopo 16 giorni e 116 ore di lavori in Aula quasi senza sosta.
E così dopo il voto sui 942 emendamenti e i 929 ordini del giorno, la riforma è finalmente giunta a ultimazione: questi sono i capitoli centrali della riforma “Moratti”, ovvero potenziamento medicina territoriale, competenze ristabilite tra Ats-Asst-Assessorato-Direzione Generale, istituzione di distretti, case e ospedali di comunità, ambulatori, operative territoriali. «Resta valido il sacrosanto principio della libera scelta dei cittadini nell’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del sistema sociosanitario lombardo, accessibili a chiunque indipendentemente dalla rispettiva situazione sociale ed economica», commenta soddisfatto il presidente del consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi. Per il Presidente di Regione Attilio Fontana, «Con gli stanziamenti del Pnrr è stato finalmente possibile il cambio di passo e la legge appena approvata ci consente di riorganizzare l’offerta sanitaria e soddisfare il bisogno di salute dei nostri cittadini».
RIFORMA SANITÀ LOMBARDIA, PARLA LETIZIA MORATTI
In una nota a caldo dopo l’approvazione della riforma sanitaria in Lombardia, la vicepresidente Letizia Moratti ha spiegato «Abbiamo elaborato una legge di respiro nazionale e internazionale, rispettando i principi ispiratori del Pnrr, prima Regione italiana a farlo». Non solo, con la nuova legge «il potenziamento dell’assistenza sociosanitaria e sociale territoriale avverrà attraverso la realizzazione di nuove strutture più vicine al cittadino. Cento distretti (oggi sono 27), attivazione di 203 case di comunità, 101 centrali operative territoriali, 60 ospedali di comunità e attivazione di ambulatori sociosanitari territoriali. Sono convinta che quello realizzato oggi possa rappresentare un ottimo punto di partenza per la nuova era che attende la sanità lombarda». Intervistata oggi dal “Corriere della Sera” per approfondire le tematiche e novità della riforma, la stessa Moratti difende l’impianto di una legge che le opposizioni contestano nel non aver affrontato i temi più dirimenti: «Si punta sul territorio, si investe su case e ospedali di comunità, verrà regolata la governance tra pubblico privato. E si accolgono le indicazioni dell’Europa e del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Dopo l’inversione netta in termini di efficienza su vaccini e organizzazione della Sanità regionale – tra le più virtuose negli ultimi mesi assieme a Portogallo e Israele – coincisa con l’arrivo al Welfare lombardo, Moratti punta tutto sulla medicina del territorio: «la sanità lombarda era ed è una sanità di eccellenza. Il Covid ha messo a nudo alcune debolezze, soprattutto sul territorio e sulla cura di prossimità. Noi vogliamo intervenire e migliorare proprio lì». Nello specifico si pensa ad una rete di specialisti ambulatoriali, medici di famiglia e pediatri, «per garantire ai cittadini un’efficiente assistenza sanitaria che porterà a una minore pressione sugli ospedali, con l’abbattimento delle liste d’attesa». Spiega ancora Moratti al “CorSera” che a pieno regime vi saranno 203 nuove case e 60 ospedali di comunità: «ad oggi ne sono previste 115 e 53, con un investimento di 488 milioni sul totale di miliardo e 200 milioni di euro assegnati alla Lombardia nella fase Uno del Piano». Sul tema centrale del rapporto tra pubblico e privato accreditato nella Sanità, l’ex sindaco di Milano conclude «Abbiamo nel pubblico eccellenze a livello mondiale: nove delle nostre strutture sono nei primi 14 posti tra gli ospedali in Italia e cinque ospedali lombardi sono tra i migliori 25 al mondo. La sanità privata ha un ruolo integrativo alla sanità pubblica. E durante la pandemia ha rappresentato un importante supporto al pubblico. Anche in chiave post pandemica questo apporto sarà fondamentale per consentire il recupero delle liste di attesa […] Continuo a pensare che la competizione virtuosa tra pubblico e privato possa rappresentare uno dei punti di forza della sanità lombarda. Ma con questa legge andremo a rafforzare il controllo di indirizzo della Regione sul privato. La centralità della sanità pubblica non è in discussione».
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