RIPRESA?/ Il nuovo clima economico che il Governo cerca di dominare
Il Governo sta facendo il possibile per difendere la fiducia economica in un contesto di picco di inflazione, su cui ha poco margine di intervento

Negli ultimi giorni il Governo ha attivato misure e comunicazioni rassicuranti, le seconde con rinforzo di Banca d’Italia, ma non ha voluto/potuto nascondere che è in atto un cambiamento del clima economico: da una situazione espansiva a una restrittiva. Sul lato delle rassicurazioni, il Governo ha annunciato misure più incisive finalizzate al contenimento dei costi energetici; ha dato il via libera alla riapertura (pur limitata) dello sfruttamento dei giacimenti di gas in terra e mare con lo scopo calmierante di almeno raddoppiare la produzione nazionale (bloccata da un triennio) a basso costo in circa un anno e mezzo (dal 3,5% del fabbisogno nazionale al 7-8%); ha enfatizzato che la crescita del 2021 del Pil attorno al 6,5% ha ridotto il peso del debito complessivo, portandolo da un temuto 156% del Pil a circa il 150% e che il picco di inflazione non aumenterà troppo il costo di rifinanziamento del debito stesso. Banca d’Italia ha confermato e ribadito che mantiene stime di crescita del Pil 2022 sul 4%, che l’inflazione scenderà nel 2023 pur restando elevata nell’anno in corso.
Qualche giorno prima la Bce ha corretto una comunicazione che ha fatto percepire al mercato un rialzo anticipato del costo del denaro, cercando di riportare le attese del mercato stesso che ciò avverrà non prima del dicembre 2022. Sia Governo, sia autorità monetaria hanno caricato la fiducia economica con la profezia dell’effetto espansivo del Pnrr finanziato dall’Ue.
Sul lato degli avvertimenti restrittivi, questi messi tra le righe, il Governo ha fatto capire che non ci potranno essere scostamenti dal bilancio statale programmato, che la spesa pubblica va ricontrollata in relazione a eccessi dissipativi e Banca d’Italia ha voluto preparare il mercato a un rialzo prospettico dei tassi.
Valutazione. Il Governo sta facendo il possibile per difendere la fiducia economica in un contesto di picco di inflazione, dove ha strumenti solo parziali di contenimento perché il fenomeno è dovuto a tensioni geopolitiche su cui ha minima influenza, combinato con la necessità di mostrare ordine finanziario, il tutto caratterizzato da incertezza previsionale. Da un lato, c’è un gap evidente, per esempio marcato da una posizione di Confindustria che segnala l’insufficienza delle misure contro il carobollette. Inoltre, Banca d’Italia ha un po’ forzato lo scenario ottimistico di ripresa. Dall’altro, è abbastanza credibile che il Governo vorrà intervenire se la situazione peggiorerà.
In conclusione, al netto dei venti di guerra dalla Russia, prevale la rassicurazione.
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