La diretta dei risultati Referendum 2025: scheda grigia, Quesito n.3 sui contratti a termine. Le ragioni del Sì e del No: quorum bocciato, affluenza al 30%
RISULTATI REFERENDUM 2025: I PRIMI DATI SULL’AFFLUENZA PER IL QUESITO 3
Anche per quanto riguarda il quesito numero 3, quello sui contratti a termine, i risultati referendum 2025 mostrano che non è stato raggiunto il quorum. Nel momento in cui vi scriviamo, infatti, l’affluenza per quanto riguarda la scheda grigia si aggira sul 30,58%.
A prescindere dall’esito, dunque, si registra un dato negativo. Il 30%, comunque lontano dal quorum, è stato superato, ma di poco, solo in Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Umbria, mentre solo in Toscana è stato sfiorato il 40%, visto che attualmente l’affluenza mostra in questa regione il 39,21%.
Per quanto riguarda quelle più basse, c’è il Trentino-Alto Adige, dove è stato superato di poco il 20%. Mentre procede lo scrutinio, si attende che arrivano anche i dati definitivi dell’affluenza, oltre ai risultati referendum 2025. (agg. di Silvana Palazzo)
REFERENDUM 2025, QUESITO N. 3 CONTRATTI A TERMINE: COSA SUCCEDE SE QUORUM NON È RAGGIUNTO
RISULTATI REFERENDUM 2025: QUESITO NUMERO 3 SUI CONTRATTI A TERMINE E LO SCOGLIO DEL QUORUM
Manca sempre meno al momento in cui potremo conoscere i risultati dei Referendum 2025, che tra ieri e oggi hanno chiamato al voto tutti i cittadini intenzionati a esprimere una modifica, con l’importante rebus iniziale sul raggiungimento del quorum (sempre fissato al 50%+1 degli aventi diritto al voto), che è un passo fondamentale affinché si possa considerare valida la consultazione referendaria: in particolare, tra queste righe ci soffermeremo solamente sul quesito numero 3 dei Referendum 2025, dedicato – in una parziale riforma del Jobs Act di Renzi – al tema del ricorso da parte dei datori di lavoro ai contratti a termine; mentre le altre quattro consultazioni saranno affrontate in articoli simili a questo già pubblicati.
Prima di entrare nel vivo dell’effettivo terzo quesito, è bene ricordare che l’attesa per i risultati (ed ovviamente, dal momento in cui state leggendo) sarà ancora lunga, perché si dovrà innanzitutto attendere le ore 15:00, che sanciscono la chiusura delle urne, e poi i primissimi dati sul quorum: indipendentemente dal raggiungimento del 50%+1 dei voti complessivi, le schede verranno conteggiate e già in serata potremo sapere se hanno vinto i promotori oppure i (per così dire) “detrattori” dei Referendum 2025; fermo restando che, comunque, senza quorum non si andrà da nessuna parte.
VERSO I RISULTATI REFERENDUM 2025: IL QUESITO NUMERO 3 SUI CONTRATTI A TERMINE E TUTTE LE RAGIONI DEL “SÌ” E DEL “NO”
Venendo a noi, nell’attesa dell’esito dei Referendum 2025, è utile ricordare brevemente in cosa consista il quesito numero 3, dedicato – appunto – ai contratti a termine: il nodo è relativo alla possibilità concessa attualmente ai datori di lavoro di stipulare contratti inferiori ai 12 mesi (purché si tratti del primo per il lavoratore soggetto) senza dover necessariamente indicare una motivazione precisa; mentre dal primo rinnovo – se nuovamente a termine – scatta l’obbligo, strettamente limitato ad alcune casistiche previste dalla legge.
I sostenitori del “Sì” ai Referendum 2025 propongono di far cadere quel mancato obbligo nei primi 12 mesi, chiedendo che il datore che ricorre ai contratti a termine indichi sempre e comunque la motivazione: l’idea alla base sarebbe quella di incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, combattendo – nell’opinione dei sostenitori del “Sì” – il precariato e la posizione debole del dipendente assunto con tutele nettamente minori rispetto ai colleghi a tempo indeterminato.
D’altra parte, va in direzione completamente opposta la tesi dei sostenitori del “No” al quesito numero 3 dei Referendum 2025 – che tendenzialmente spingono soprattutto per l’astensionismo, in una sorta di chiaro segnale politico del disinteresse della popolazione alla consultazione –: la loro idea, infatti, è che indebolendo il ricorso ai contratti a termine, si indebolisca anche l’occupazione, specialmente quella giovanile, che vede come via d’ingresso nel mondo del lavoro proprio i contratti con un termine fissato, più semplici da sciogliere in caso di insoddisfazione del datore.