Diretta dei risultati Referendum abrogativo 2025, scheda gialla sulla Cittadinanza: Quesito n.5, ragioni del Sì e No. Quorum bocciato, affluenza al 30%
REFERENDUM CITTADINANZA, DOPPIO KO NEI RISULTATI: IL 35% HA VOTATO NO
Non solo il quorum, ma anche sui risultati effettivi del Referendum 2025 n.5 emerge una brutta notizia per il Centrosinistra: tenuto conto che l’elettorato di Centrodestra in massa ha deciso di astenersi, tra gli elettori presentatisi alle urne – presumibilmente di forte area progressista – è rimasto comunque in parte non convinto sul tema proposto dal quesito sulla Cittadinanza.
Quando sono state scrutinate la metà delle sezioni totali, il No è stato scelto dal 35,23% dei votanti, ovvero più di un terzo dei votanti che hanno partecipato al quorum (poi non raggiunto) visto i risultati finali dell’affluenza che si stagliano al 30,5% degli aventi diritto a livello nazionale. Se si può dire che l’elettorato presente ai Referendum 2025 si è vista “unito” sui quesiti sul lavoro, con percentuali molto simili tra Sì e No, il quesito n.5 sulla Cittadinanza ha decisamente spaccato l’opinione pubblica.
Quando ancora manca circa metà delle sezioni da scrutinare, si può già avere campione di rappresentanza idoneo per le rispettive analisi politiche: “solo” il 64,88% dei votanti ha scelto il Sì per modificare la legge sulla cittadinanza, mentre il No è la scelta del 35,12% dei partecipanti al quesito. Una sconfitta netta per il Centrosinistra che vede bocciati tutti i 5 Referendum, ma anche una oggettiva divisione interna al medesimo elettorato nel merito del dimezzamento dei tempi per raggiungere la cittadinanza. Il tema dei migranti regolari e dei diritti resta dunque tutt’altro che “univoco” all’interno della stessa sinistra.
BOCCIATO QUORUM REFERENDUM N.5: LA CITTADINANZA ITALIANA RESTA A 10 ANNI
La legge sulla cittadinanza italiana rimane così com’è: il quorum del Referendum 2025 per il quesito n.5 non viene superato, esattamente come gli altri 4 voti referendari proposti da CGIL e associazioni in area Centrosinistra. La grande scommessa lanciata da Landini e Schlein si infrange sul muro dell’astensione: i risultati in diretta dal Viminale dopo la chiusura definitiva delle urne alle ore 15 mostra un 29,51% di media dopo metà delle sezioni scrutinate.
È un flop enorme per il quorum, ma anche per chi a sinistra puntava a raggiungere almeno quota 40% per poter recuperare più voti elettori del Centrodestra alle ultime Elezioni Politiche: i risultati finali del quesito n.5, forse il più chiacchierato di questa tornata elettorale, finiranno probabilmente di poco sopra quota 30%, anni luce lontano comunque da quanto serviva per validare il Referendum e far passare la modifica della legge sulla cittadinanza (ecco cosa succede ora, come spieghiamo qui).

Il Centrodestra con Lega e FdI rivendica il successo dell’elettorato italiano che si è espresso, bocciando il Referendum n.5 scheda gialla (così come gli altri 4, ndr), sulla volontà di non modificare la legislazione corrente contestata dal Centrosinistra e dalla CGIL. Affluenza bassissima al Sud, con picco minimo al 22% in Calabria, mentre a trainare i risultati sono solamente le Regioni del Centro “rosso”, 36% in Emilia Romagna e 39% in Toscana. Dai primi risultati parziali sull’effettivo quesito n.5, emerge un No al 39% e un Sì al 61%, diverso dagli altri quesiti rimasti pressoché simili e vicini nei dati espressi tra Sì e No.
REFERENDUM 2025 SULLA CITTADINANZA: TUTTI I RISULTATI SULL’ AFFLUENZA QUORUM IN DIRETTA
Aperte oggi le urne in tutta Italia per la seconda e ultima tornata elettorale sui Referendum 2025 per l’abrogazione di parte dell’attuale legge sulla cittadinanza: i risultati in arrivo dopo le ore 15 sul Quesito n.5 (e sugli altri 4 in materia di lavoro) vedono come ad ogni voto referendario l’attenzione massima rivolta sull’affluenza finale per validare o meno il referendum nel merito.
È dunque verosimile che già nelle prime due ore dopo la chiusura dei seggi possa giungere un dato pressoché definitivo per capire se il quorum richiesto del 50% più uno sia passato o meno: dalle 16 in poi sul sito Eligendo del Ministro dell’interno saranno comunicati i vari risultati dai seggi in tutta Italia, per poter avere entro le 17 un risultato effettivo sull’affluenza diretta per il singolo Quesito n.5. A quel punto – come avviene in ogni votazione sui referendum – il “Sì” ai quesiti sono al 99% ampiamente maggiori del “No”.
Questo per il semplice motivo che ormai l’opposizione ad un Referendum si fa evitando di ritirare le schede, piuttosto che ritirarle e votare No alzando il quorum (ovvero per il mantenimento della legge corrente): nello specifico del Referendum n.5 sulla Cittadinanza, i proponenti del quesito – la Cgil, il Pd e gran parte del mondo di Centrosinistra – chiedono il dimezzamento immediato del tempo di percorrenza per ricevere la cittadinanza italiana, da 10 a 5 anni per tutti gli stranieri extracomunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia.
IL TESTO DEL QUESITO N.5 SULLA CITTADINANZA “DIMEZZATA”: ECCO COME SI VOTA
In attesa di conoscere dunque quali saranno i risultati sull’affluenza del Referendum 2025, e nello specifico del Quesito n.5 sulla Cittadinanza, occorre ricordare brevemente in queste ultime ore di voto ai seggi quale sia la modalità e come si vota un Referendum abrogativo. In primo luogo, votare Sì significa voler cancellare quella parte di legge richiamata nel testo del quesito referendario.
Votare No invece significa confermare i precetti di quella legge, lasciando immutata la situazione. Il non voto – o semplicemente il non ritiro di quel quesito – non fa alzare il quorum e dunque, di fatto, ingrossa le file dei “No” al Referendum per dimezzare i tempi della cittadinanza italiana. È possibile ritirare anche solo una scheda, escludendo le altre, e questo fa contare il quorum solo per il quesito che si è scelto di votare: ma è anche possibile il “metodo” proposto dalla Premier Meloni, ovvero andare ai seggi ma rifiutare tutte le schede, in quel caso si tratta di un voto formale di protesta che non viene conteggiato per il quorum.
Il testo ufficiale del Referendum popolare 2025 sulla cittadinanza italiana pone per l’appunto il dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi per la residenza legale nel nostro Paese a tutti gli stranieri maggiorenni extracomunitari: non solo, viene richiesto l’abrogazione dell’articolo 9 della legge del 5 febbraio 1992 in materia di cittadinanza. Non presente all’interno del quesito ma punto importante per capire la portata del Referendum sulla cittadinanza, se dovesse passare il Sì non solo diverrebbero cittadini italiani chiunque risieda regolarmente da almeno 5 anni in Italia, ma lo diverrebbero automaticamente anche gli eventuali figli minorenni dei suddetti cittadini.
Sì, NO, NIENTE QUORUM: LE RAGIONI E LE DIFFERENZE SUL REFERENDUM QUESITO N.5
Chi ritiene sia sensato abrogare parte della legge sulla cittadinanza, e dunque voterà Sì al Referendum 2025 per il Quesito n.5, sostiene sia un tempo inutilmente lungo i 10 anni di residenza richiesti ad oggi per divenire cittadini italiani: questo creerebbe discriminazioni, non permette il diritto di voto e l’accesso con pari validità ai concorsi pubblici, oltre al rappresentare l’Italia nelle varie competizioni sportive senza alcuna restrizione. Con il Sì al Referendum circa 2,5 milioni di persone potrebbero divenire “automaticamente” cittadini italiani, tra maggiorenni e figli minorenni.
Chi invece sostiene il No al Quesito n.5 – e dunque spinge per non far raggiungere il quorum nei risultati dell’affluenza di oggi pomeriggio – vorrebbe mantenere le regole attuali considerando l’alto numero di cittadinanze rilasciate dal nostro Paese rispetto ad altri Stati europei (solo lo scorso anno sono stati 217mila). Sulla tempistica di 10 anni prima di divenire italiani viene considerata legittima e calibrata per conoscere e rispettare usanze e valori del Paese ospitante. Va ricordato infine che già al momento vi sono delle deroghe previste dalla legge per concedere la cittadinanza italiana in 5 anni invece che in 10: riguarda stranieri maggiorenni adottati, rifugiati politici e apolidi, oppure chi presta servizio regolare per lo Stato da almeno 5 anni.
A livello politico, i Referendum presentati dalla CGIL, vedono il “campo largo progressista” spaccato sui vari quesiti, mentre il Centrodestra lascia libertà consigliando però il “non voto” alle urne per evitare di alzare il quorum laddove non si è convinti dei quesiti: sul Quesito n.5 per la cittadinanza in realtà il Centrosinistra si è detto compatto per il Sì tranne il M5s che ha lasciato libertà di coscienza avendo all’interno dell’elettorato sensibilità diverse sulla materia.