REFERENDUM IN SVIZZERA CON RISULTATI CHIARISSIMI: NIENTE “RESPONSABILITÀ AMBIENTALE” NELLA COSTITUZIONE FEDERALE
Un tempo si parlava di percentuali “bulgare” ma per una volta si potrebbe anche strappare un’eccezione definendo risultati “svizzeri” per quanto avvenuto nel referendum nazionale tenutosi domenica 9 febbraio 2025 in tutti i cantoni della Svizzera: gli elettori erano chiamati ad esprimersi circa la possibilità di inserire l’ecologia e il rispetto per una “responsabilità ambientale” direttamente in Costituzione. Ebbene, quasi il 70% degli elettori ha detto espressamente “No” alla proposta di iniziativa popolare presentata dai Verdi e dagli altri partiti della sinistra: così la Svizzera di fatto boccia l’intero dossier “Per un’economia responsabile entro i limiti del pianeta” con un 69,84% di No contro il 30,16% di Sì.
Sono dunque 1,4 milioni di svizzeri in 23 Cantoni ad essersi espressi contro la legge “green”, mentre sono “solo” 635mila i cittadini convinti dalla necessità di impostare una politica ecologica nazionale fin dalle leggi costituzionali: qualora fosse passato il referendum, la Svizzera sarebbe divenuto il primo Stato al mondo a porre l’economia nazionale “costretta” da rigidi limiti ecologici. In poche parole, la proposta dei Verdi puntava ad inserire le tesi del cambiamento climatico – con tutti gli eventuali rischi per la tenuta sociale e ambientale mondiale – nelle leggi dello Stato: la campagna elettorale prodotta dai partiti di destra, Centrodestra e pure i Verdi Liberali, ha convinto maggiormente l’elettorato, portando a risultati tanto netti quanto inequivocabili. Questo non toglie, come avvenuto nel recente passato con alcune leggi legate alla cura a tutela dell’ambiente, che in futuro la Svizzera possa comunque legiferare su riduzione di emissioni, consumi ed energia sotto “tutela” e quant’altro: il punto ottenuto dai detrattori della “responsabilità ambientale” è che questo non possa essere imposto a livello costituzionale.
DOPO TRUMP E (FORSE) L’UE ANCHE LA SVIZZERA FA MARCIA INDIETRO SULL’IDEOLOGIA GREEN: LA CRESCITA ECONOMICA PESA DI PIÙ
E così dopo il roboante decreto di Trump anti-Green Deal americano e i parziali ripensamenti dell’Unione Europea su alcune delle tante legislazioni pro-green della scorsa Legislatura, pure la Svizzera si inserisce nella generale “marcia indietro” per quanto riguarda la politica e, forse, anche l’ideologia climatista. I risultati del referendum nettissimi con un 70% di contrari, si uniscono ai dati sull’affluenza che è rimasta molto bassa (sul 37,9%) e che conferma il poco interesse dell’elettorato sulla “necessità” di inserire in Costituzione il riferimento alla responsabilità ecologica.
Niente biodiversità, niente cambiamento climatico e soprattutto niente imposizione ad un’economia che come il resto dell’Europa dopo l’inizio della guerra in Ucraina è colata a picco, specie per i costi dell’energia: timori su potenziali ricadute produttive ed economiche sarebbero per l’appunto alla base dei risultati costi appariscenti del referendum svizzero. Posti di lavoro a rischio, aziende non più competitive e scenari in corso nella vicina UE proprio davanti al Green New Deal della Presidente Von der Leyen: questi i “capisaldi” che avrebbero alla fine convinto gli elettori svizzeri a bocciare sonoramente la proposta dell’ala giovanile del partito dei Verdi elvetici. I promotori del referendum lamentano la vittoria della “retorica dello status quo”, mentre il resto della popolazione manda un messaggio decisamente all’opposto: non è un tema “ideologico” ad averli convinti, ma la considerazione pragmatica che l’insieme un limite forte a livello costituzionale su politiche “ecologiche” è un attuale rischio per l’economia e, di conseguenza, per la vita dei cittadini.
Switzerland, final results:
Environmental Responsibility (Initiative)
Support: 30.16%
Oppose: 69.84%Turnout: 37.94%
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— Europe Elects (@EuropeElects) February 9, 2025