Riyad vuole prendere il posto di Dubai come centro nevralgico del Medio Oriente. L’economia, dalla presa del potere di Mohammad Ben Salman nel 2015, è stata reinventata. Il Paese, come ricostruito da Le Monde, sta sfuggendo alle catene dell’Islam rigoroso sotto l’effetto delle riforme imposte dal principe ereditario di 37 anni.
I cambiamenti sono stati numerosi e hanno coinvolto diversi settori. Le donne, ad esempio, ora hanno il diritto di guidare e viaggiare liberamente, mentre i turisti sono sempre più numerosi. La vita inoltre è stata abbellita da cinema, festival musicali e giochi. La strada per mettersi alla pari della città di punta degli Emirati Arabi è ancora lunga, ma il Governo sta lanciando importanti segnali di investimento con il piano di sviluppo post-petrolio Vision 2030 e le risposte sono già arrivate. I colletti bianchi provenienti da tutto il mondo che si sono trasferiti in Arabia Saudita nell’ultimo anno sono stati oltre 1 milione. “Le aziende internazionali ora si stanno affrettando a partecipare all’economia di Riyad”, ha osservato Faisal Durrani della società di consulenza immobiliare Knight Frank.
Riyad vuole sostituire Dubai: il piano del principe Mohammad Ben Salman
Riyad vuole che la sua nuova economia sia solida proprio per sostituire in un futuro non troppo lontano Dubai. È per questo motivo che sta attuando delle misure utili affinché gli investimenti delle aziende internazionali in Arabia Saudita non siano fini a se stessi. Il Governo ha annunciato ad esempio che a partire dal 2024 le grandi imprese straniere non potranno più aggiudicarsi appalti pubblici se non avranno trasferito nel regno la loro sede regionale. Il Ministero degli Investimenti inoltre punta a costituire 480 società entro il 2030.
Othman Al-Mutlaq, direttore delle pubbliche relazioni di Novartis, una società farmaceutica che ha accettato il trasferimento, ritiene tuttavia che si stia forse correndo troppo. “Il Governo sta andando nella direzione giusta, ma servono infrastrutture per procedere con questo movimento. Devono essere migliorati i servizi aeroportuali e portuali, serve una maggiore flessibilità sui visti e maggiore apertura sociale”, ha sottolineato.