Dovremo fare i conti con il coronavirus anche a Natale secondo Roberto Cauda. Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, l’infettivologo ha spiegato che difficilmente a fine anno saremo già liberi dal Covid-19, considerando che per quel periodo non ci sarà un vaccino ampiamente disponibile, nonostante la ricerca sia stata molto veloce. Il ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma ha poi sottolineato: «Una mutazione del virus in senso favorevole, come ad esempio la delezione 382 rilevata dagli studi, potrebbe portare a una prevalenza di forme asintomatiche, e potrebbe influire sull’andamento dell’epidemia».
Vietato abbassare la guardia, dunque, considerando l’aumento dei casi positivi registrato negli ultimi giorni. L’obiettivo deve essere tracciare e fare tamponi in modo stringente e puntuale, così da consentirci di gestire il virus senza difficoltà. «E’ chiaro che non possiamo sperare in una bacchetta magica che faccia sparire il coronavirus in assenza del vaccino. Quello che dobbiamo fare è adottare le misure che sappiamo essere in grado di contrastare la diffusione di Covid-19, convivendo al meglio con il virus. Fino a quando non ci sarà un vaccino», il giudizio di Roberto Cauda.
L’infettivologo si è poi soffermato sull’importanza della vaccinazione anti-influenzale, che aiuterà a discriminare tra influenza e coronavirus. Ma non solo: «La comunità scientifica concorda sull’utilità dei vaccini per suscitare una risposta aspecifica in grado di rivelarsi protettiva. E’ il caso del vaccino Bcg, protagonista di numerosi studi, ma anche della vaccinazione anti-pneumococcica. Per capire quanti italiani risponderanno all’appello, dovremo vedere se e quanto la vampa d’agosto” di casi “avrà preoccupato i connazionali».