Roberto Cingolani/ “Basta studiare 4 volte le guerre puniche, serve cultura tecnica”
Il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani a Tg2 Post: “Alla Cop abbiamo ottenuto un passo avanti importante”

I 195 Paesi presenti alla Cop “non erano lì a scherzare, ma a lavorare: abbiamo ottenuto un passo avanti importante”: netto Roberto Cingolani a Tg2 Post. Il ministro della Transizione ecologica ha proseguito: “Questo è un successo dell’Italia, che ha condotto il G20 sotto la guida di Draghi e anche i lavori della pre Cop. Tutti i Paesi hanno firmato l’accordo di accelerare con maggiore ambizione il target dei 2° di riscaldamento previsto a Parigi a metà secolo a 1,5° di riscaldamento. Mezzo grado può sembrar poco, ma mezzo grado di temperatura media sul pianeta significa che in alcune zone del pianeta la temperatura potrà essere 3-4 gradi più bassa e può fare la differenza tra la vita e la morte”.
Roberto Cingolani ha citato i risultati più importanti: “Anche Paesi che consumano grandissime quantità di carburanti fossili, come Cina e India, hanno aderito a questo ulteriore passaggio. C’è un prezzo per questa cosa: arriveremo alla seconda metà del secolo a 1,5° con percorsi diversi”. “Sono state stabilite regole per la trasparenza e per la finanza” ha evidenziato l’esperto, che ha anche espresso rammarico per non aver centrato l’obiettivo dei 100 miliardi ai Paesi vulnerabili”.
Roberto Cingolani: “Basta studiare 4 volte le guerre puniche, serve cultura tecnica”
Roberto Cingolani ha poi fatto una riflessione particolare sul sistema scolastico e sull’importanza di rimodellare gli studi in vista dei prossimi anni di cambiamento: “A noi serve più cultura tecnica a partire dalle scuole, soprattutto in un momento di trasformazione digitale velocissimo. Tra dieci anni ci serviranno i digital manager, lavori che oggi non esistono. Il problema è capire se continuiamo a studiare tre-quattro volte le guerre puniche in 12 anni di scuola o se iniziamo a impartire un tipo di formazione più avanzata e più moderna. Se continuiamo a reclutare ricercatori e innovatori con le nostre metodologie non siamo su standard internazionali: noi abbiamo il 30% in meno di innovatori rispetto agli altri Paesi. Noi dobbiamo capire che l’innovazione è la strada per vincere tutte le sfide del futuro”.
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