Rocco Petruzzi, il racconto degli ultimi attimi di vita di Pino Mango
E’ stato un pomeriggio speciale e toccante quello di oggi a Bellamà; la prima parte del programma di Pierluigi Diaco è stata dedicata alla grande arte di Pino Mango, impreziosita dalla presenza in studio dei 3 storici musicisti del compianto interprete: Rocco Petruzzi, Nello Giudice e Giancarlo Ippolito. E’ stato l’ex tastierista del cantante, Rocco Petruzzi, a raccontare la tragica serata che strappò Pino Mango alla vita, proprio durante l’ultimo concerto di un tour.
“Eravamo a Policoro, c’era anche il figlio Filippo; era l’ultima serata del tour. Improvvisamente, mentre cantava il suo brano ‘Oro’, sento un accordo sbagliato di pianoforte e sbattendo le mani Pino mi chiama. Era lì fermo con le mani sul pianoforte… Non c’è stato nulla da fare. Abbiamo provato di tutto…”. Questo il triste e struggente ricordo di Rocco Petruzzi, storico tastierista del compianto Pino Mango. Il musicista ha poi spiegato come nessuno, compreso lui, aveva avuto il sentore che qualcosa non andasse dal punto di vista della salute nonostante i faticosi impegni musicali.
Rocco Petruzzi e il malore di Pino Mango sul palco: “Provai a rianimarlo, ma…”
“Lo stato di salute nei mesi precedenti? Noi siamo come degli atleti, stare sul palco, viaggiare e suonare per ore… Però lui stava bene. Oggi ho riascoltato il concerto di Policoro per vedere se mi fossi perso qualcosa, ma non c’era una nota sbagliata”. Prosegue così Rocco Petruzzi – storico musicista del compianto Pino Mango – trattenendo a fatica la commozione ricordando la tragicità della scomparsa del cantautore durante un evento musicale.
Rocco Petruzzi ha poi spiegato come immediatamente dopo il malore che colpì Pino Mango fu lui in primis a raggiungere il cantante per prestargli soccorso. Ogni sforzo, anche del personale medico, si rivelò purtroppo vano. “Nel momento in cui si è sentito male subito sono accorsi anche gli altri, in prima fila c’erano tutti i dottori perché era un evento di beneficenza per l’Africa. Io ho cercato di rianimarlo, di spostarlo immediatamente dietro. Un medico l’ha visitato e mi ha detto: ‘Fermati, non c’è più niente da fare’. Io per la rabbia l’ho preso e l’ho buttato a terra, ho vissuto 30 anni con lui, dal primo disco all’ultimo concerto…”.