Roma. I carabinieri della capitale hanno sgominato una organizzazione internazionale che, attraverso l’utilizzo di documenti falsi, favoriva il flusso di adulti e bambini che, passando per l’Italia, partivano dall’Africa verso l’Europa e l’America del Nord. Al termine dell’operazione, denominata “Piccoli Angeli”, sono 27 le persone indagate, e le perquisizioni continuano a Roma e in altre città, come Milano, Napoli e Cosenza, in cui sono coinvolte anche due agenzie di viaggio e un ristorante, utilizzati dall’organizzazione per diversi scopi. Su questa attività criminale c’è però l’ombra delle adozioni illegali, con il rischio che i bambini possano essere finiti in un giro di traffico di organi o pedofilia, un sospetto legato ai riscontri dei carabinieri su “una organizzazione che produceva documenti falsi venduti, a prezzi esorbitanti, a cittadini di Paesi africani, che poi espatriavano nel Regno Unito, in Svezia e in Canada, transitando per l’Italia”. Sembra che a capo di questa organizzazione ci fosse un uomo eritreo che aveva scelto Roma per creare la propria base logistica. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Alda Vanoni, già giudice presso il tribunale dei minori di Milano e già presidente nazionale dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza: Quanto dietro questo traffico ci sia la possibilità di adozioni illegali non sta a noi dirlo adesso, ma dovranno stabilirlo gli inquirenti. È però vero che la pressione sulle famiglie che vorrebbero avere un figlio ma che non ci riescono attraverso le vie naturali si fa sempre più alta: paradossalmente, in questa nostra società in cui i figli si rimandano sempre di più e in cui le coppie giovani cercano di evitarli, non è più ben chiaro cosa significhi avere un figlio e cosa quindi desiderarlo. Se ne fa spesso una questione di realizzazione personale o addirittura di immagine sociale, rischiando così delle grandi violenze, che possono essere a livello biologico, attraverso pratiche estreme di procreazione assistita, oppure proprio nel campo delle adozioni, con il ricorso a delle strade illegali. In entrambi i casi il grande rischio è che il figlio venga considerato come un prodotto, un oggetto, un qualcosa che comunque si può ottenere in qualche modo, più o meno lecito, e non come un dono da saper accogliere, perché di questo si tratta».
Alda Vanoni continua a spiegare che «dal punto di vista adottivo non sono molto chiari i vantaggi del passaggio attraverso il nostro Paese, perché in Italia l’adozione passa attraverso un controllo abbastanza rigoroso del Tribunale dei minori, e non credo che sia molto facile introdurre e ottenere l’adozione italiana di un bambino con documenti falsi. Forse il passaggio in Italia potrebbe rendere più facile l’adozione in altri paesi, dove non si ottiene attraverso un provvedimento dell’autorità giudiziaria, ma dell’autorità amministrativa.
Resta comunque il fatto che la piaga dei nostri anni riguarda più il traffico delle persone in generale, e non tanto di bambini, cioè l’importazione di persone che poi vivono praticamente in schiavitù. Per quanto riguarda i minori, possiamo spesso vedere per le strade delle nostre città mendicare i bambini rom, o pseudo-rom, di cui mi sono anche occupata professionalmente in passato: sono trattati in condizioni di vera e propria schiavitù, dopo che le famiglie hanno deciso di affidarli a dei personaggi che poi li sfruttano per le strade, in una situazione che è stata definita tale anche da numerose sentenze dei giudici italiani».
«Il nome dell’operazione dei carabinieri, “Piccoli Angeli”, -continua a commentare Alda Vanoni – trasmette la volontà di aiutare e proteggere queste persone, che sono vittime in balia di queste organizzazioni e sempre facilmente ricattabili. Sono sempre poi i bambini a rimetterci di più perché indifesi, e purtroppo credo che le ipotesi raccapriccianti della pedofilia e del traffico di organi non siano poi così irrealistiche».
(Claudio Perlini)