«Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti: è in corso una crisi economica molto forte e il calo dei consumi in questi giorni è evidentissimo. Non c’è movimento né rilancio, ma solo tasse, tagli e imposizioni fiscali che il governo sta annunciando e tutto questo porta naturalmente ad una crisi delle vendite molto forte». Valter Giammaria, presidente di Confesercenti di Roma e Lazio, spiega a IlSussidiario.net che «la situazione è molto critica e il calo è forte soprattutto in alcuni settori, come quello dell’abbigliamento, delle calzature e dell’intimo. Il mese di ottobre è stato molto negativo, mentre a novembre il calo è stato ancora più forte, aggirandosi intorno al 30%, fino ad arrivare a dicembre e alla settimana di Natale, in cui vediamo che i consumi continuano a diminuire, con forti cali nei settori che ho detto, oltre a quello dell’alimentare, anch’esso in discesa, e del tecnologico, che non attira più come prima».
E sembra che in periferia la situazione sia anche peggiore…
In periferia va peggio anche perché a Roma ci sono tantissimi centri commerciali e outlet che fanno una grande concorrenza al commercio di vicinato, quindi ai negozi tradizionali. Il centro storico della città soffre, ma meno rispetto alle zone periferiche della capitale anche per la presenza dei turisti, che comunque non è così forte. Resta il fatto che oggi a soffrire è tutta la città, proprio a causa di questo calo delle vendite davvero molto forte.
Cosa pensa della questione dei saldi di cui si sta parlando molto in questi giorni?
Come abbiamo detto, i saldi devono ritornare assolutamente ad essere un evento e devono riprendere quella filosofia per cui sono nati, cioè liberare le merci in magazzino alla fine della stagione. Dovrebbe essere quindi fatto dal 30 gennaio al 28 febbraio, con quattro settimane di tempo per smaltire tutto ciò che resta nei magazzini dei negozi. Quello a cui invece assistiamo è un saldo di inizio stagione, perché come abbiamo visto l’inverno è cominciato veramente solo da qualche giorno, e anche la temperatura può spesso influire sulle vendite. Per questo diciamo che il saldo deve tornare in quel periodo.
Cosa pensa invece di una eventuale liberalizzazione dei saldi?
Siamo contrari alla liberalizzazione dei saldi perché sarebbe come la liberalizzazione degli orari dei negozi, con cui si andrebbero a favorire soltanto le grandi catene e i grandi gruppi, perché solo loro possono riuscire a rimanere aperti per un arco di tempo così ampio. Nei saldi avviene la stessa cosa, e se fossero liberalizzati non potrebbero neanche essere più chiamati così perché, come dicevo prima, dovrebbero essere di fine stagione.
I commercianti come stanno affrontando questa difficile situazione?
Non applicando più ricarichi eccessivi e ponendo la merce a un costo molto basso e reale, però dobbiamo anche chiederci: per quanto tempo un commerciante potrà permetterselo a fronte delle tante tasse, spese e tagli che ci sono? Ci sono poi anche gli affitti dei locali, che nonostante il calo dei consumi e delle vendite restano sempre molto alti.
Invece cosa dovrebbe fare il cittadino?
Il cittadino dovrebbe andare sempre al suo negozio di riferimento, di fiducia, e Roma ha un’articolazione di prodotti e prezzi talmente ampia che chiunque può spendere la cifra che ritiene necessaria. Insomma, la città ha una miriade di negozi che possono soddisfare tutti i consumatori che la abitano, ma una cosa che diciamo sempre, e questo è sotto gli occhi di tutti, è che Roma è la città più conveniente a livello nazionale e internazionale.
(Claudio Perlini)