Un sistema sull’orlo del collasso, che potrebbe gettare il Lazio in una situazione paragonabile a quella della Campania. È l’analisi impietosa di Federlazio sul sistema di smaltimento rifiuti nella nostra regione, alla luce dei dati presentati oggi dall’associazione. Le imprese del settore faticano ad uscire dalla crisi e la Regione ha pagamenti arretrati per la prodigiosa cifra di 250 milioni di euro. Ora Federlazio, che rappresenta il 90% delle aziende di smaltimento, minaccia la serrata. Con potenziali effetti catastrofici sulla situazione dei rifiuti a Roma e dintorni.
«Nel Lazio le imprese di trattamento e smaltimento dei rifiuti sono creditrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni di oltre 250 milioni», protesta Maurizio Flammini, presidente di Federlazio. «Si va verso una serrata del settore. Federlazio rappresenta il 90% delle imprese private del settore, tutte le discariche – ha ricordato Flammini –. Pensate cosa succederebbe se si fermassero. Roma ha quasi 5 milioni di abitanti nell’hinterland, si creerebbe una situazione anche peggiore di Napoli».
CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO SUL PROBLEMA RIFIUTI NEL LAZIO, CLICCA SULLA FRECCIA
I dati presentati mostrano ancora una volta un sistema produttivo in affanno nella regione Lazio. «Il suggerisce le strategie per uscire dal trend negativo dell’economia – aggiunge Flammini –. Sto parlando della necessità di ridurre la pressione fiscale, di risolvere l’annoso problema dei ritardi nei pagamenti e di agevolare il credito. Nel secondo semestre 2010 si attenua la percentuale di imprese del Lazio che ha ridotto l’occupazione e ma sono in diminuzione anche le imprese che hanno assunto».
Il problema del sistema rifiuti nel Lazio era già ben noto agli operatori del settore. Già il mese scorso, in un’intervista rilasciata al Sussidiario, il direttore della società Intereco servizi aveva spiegato: «La situazione nel Lazio è potenzialmente esplosiva. Roma dipende dalla discarica di Malagrotta – proseguiva Alesandro Bellomo –. Per ora va tutto bene, ma bisogna tenere presente che Malagrotta è oggetto di accanimento terapeutico. Di norma, avrebbe dovuto chiudere anni fa. Se fosse costretta a farlo oggi, le strade di Roma potrebbero diventare come quelle di Napoli».